L'Aquila verso le elezioni: il Pd sceglie oggi, Benedetti in campo per le primarie

Carlo Benedetti
di Antonella Calcagni
2 Minuti di Lettura
Lunedì 27 Febbraio 2017, 11:09
L'AQUILA - Alla vigilia dell'incontro del Pd (oggi ore 20) tutto può succedere. C'è chi parla di un raffreddamento di Pietrucci che non intenderebbe misurarsi con le primarie e chi pensa ancora di poter evocare lo spirito di Giovanni Lolli. Spunta invece una candidatura alla primarie con cui il partito dovrà fare i conti: quella del presidente del Consiglio comunale, Carlo Benedetti (foto). «Non mi piacciono le autocandidature esordisce Benedetti - se un gruppo di persone riterrà la mia candidatura utile non mi tirerò indietro, certo dopo averci pensato un po'. Il problema è la mia professione». A Benedetti non manca certo l'esperienza amministrativa: «Fra le caratteristiche di un buon candidato sindaco afferma non possono mancare il radicamento, la competenza e la capacità politica». Un giudizio dell'avvocato dunque sugli aspiranti in campo: «Di Benedetto avrà un ottimo risultato sostiene Benedetti - avendo rimesso insieme la filiera di un centrismo del comprensorio; ha grandi capacità amministrative. Se dovesse vincere, tuttavia finirebbe l'esperienza Ulivista all'Aquila». E Pietrucci?

«É la novità politica degli ultimi anni - continua - ed è l'alfiere delle nuove generazioni. Non so se si sottoporrà alle primarie. Lolli, invece è una prima linea, brillante e capace di stringere relazioni con l'area più vasta della città». Fra le variabili elettorali Benedetti inserisce anche il sindaco uscente Massimo Cialente che «peserà molto sia nelle primarie e sia nella elezione del sindaco». Fra le righe si intravede l'ipotesi di un appoggio del sindaco uscente a Benedetti. «Tutti si preoccupano della figura del sindaco e nessuno si preoccupa delle capacità che deve esprimere, in questo senso vedo l'asticella un poco bassa». «A destra e a sinistra vi sono molti auto candidati, ma la città non chiama nessuno. Se potesse, sceglierebbe uno al di fuori della politica ma sarebbe come chiamare un calciatore a fare il chirurgo. Insomma per fare il sindaco occorre un amministratore che abbia esperienza pluriennale». Certo è che la situazione così fluida in casa dem non aiuta gli aspiranti candidati: «E' finita l'epoca della restaurazione neo-centrista di Renzi - sostiene il presidente del consiglio - e ora si ricomincia a parlare di politica. Orlando è della mia generazione politica credo che sia il miglior prodotto della sinistra degli ultimi vent'anni». 
© RIPRODUZIONE RISERVATA