Ecco i 10 siti archeologici della vita. Quattro sono italiani

Ecco i 10 siti archeologici della vita. Quattro sono italiani
di Antonio Bonanata
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 7 Ottobre 2015, 15:02 - Ultimo aggiornamento: 18 Ottobre, 13:01
Mary Beard è una storica inglese e, per il Telegraph, ha stilato una sua personale classifica: i 10 siti archeologici da visitare almeno una volta nella vita. Tra questi, ben quattro sono italiani: Pompei e la vicina Oplonti, Ostia antica e il Pantheon di Roma.

Ai tempi della distruzione di Palmira, in Siria, ad opera delle milizie dello Stato islamico, la professoressa inglese sottolinea l’importanza di studiare e ammirare le vestigia del passato.



«È sempre eccitante, per me, camminare – letteralmente – sulle orme degli antichi Romani; o dei Greci, degli Egizi. Fremo ancora, dopo aver studiato il mondo antico per più di 40 anni, nell’arrampicarmi sulle mura dell’antico sito di Wroxeter (l’antica Viroconium romana, la quarta civitas più grande della Britannia), a pochi chilometri da casa mia; o nello scendere nel Foro e sostare negli stessi punti da cui Cicerone arringava le folle».



Al primo posto nella classifica della professoressa Beard troviamo l’Acropoli di Atene. «Il Partenone è solo uno dei tanti templi che vi si possono ammirare. Gli edifici ancora presenti sull’Acropoli testimoniano la gloria del quinto secolo AC, anche se l’ultimo restauro del tempio dedicato alla dea Atena ha lasciato intatte le tracce di una chiesa cristiana eretta dove un tempo sorgeva l’edificio pagano. I visitatori più attenti potranno leggere le iscrizioni in bronzo, poste sulla facciata, in onore dell’imperatore Nerone».



Aphrodisias, in Turchia, era una città romana e rappresenta una delle più grandi scoperte archeologiche degli ultimi 50 anni. Merita, per questo, il secondo posto. «Il teatro, la camera del consiglio e i templi, ornati da straordinarie sculture, sono stati portati alla luce dagli scavi. L’attrazione principale è il tempio dedicato al culto degli imperatori romani, con 80 pannelli scolpiti, ancora in buono stato».



“Medaglia di bronzo” per Delfi, sede del più famoso oracolo dell’antichità. «Ancora visibile il tempio dov’era posto l’oracolo, lo stadio che ospitava le corse durante le festività dedicate al dio Apollo e il luogo dove le delegazioni di tutte le città della Grecia portavano in dono le offerte alla divinità». Masada, in Israele, si colloca in quarta posizione: «Fu su questa collina desertica che la rivolta degli ebrei contro i romani (66-73 DC) fu sedata e gli ultimi ribelli, si dice, si suicidarono in massa. Il clima arido fa ancora spiccare la fortezza romana: il muro di cinta, la piazza d’armi, la grande rampa cui si accede. Il reperto più significativo è l’antico palazzo del re Erode».



E veniamo all’Italia. Vicino ai più noti siti di Pompei ed Ercolano, c’è l’antica villa di Oplonti, anch’essa distrutta dall’eruzione del Vesuvio del 79 DC. «Che sia la villa della famiglia di Poppea, la sposa di Nerone, non è certo, per quanto lo si dica spesso. Ma è certamente un edificio di dimensioni imperiali, con una piscina olimpionica e giardini finemente progettati». Sesto posto per Ostia: «Era il porto di Roma e fu ricoperta di sabbia durante l'Alto Medioevo, dopo la caduta dell’Urbe. È quasi una seconda Pompei, anche se non così ben conservata [nonostante i recenti crolli verificatisi nella cittadina campana, ndr]. Le principali attrazioni, per me, sono i locali e le latrine a più posti, ma anche gli uffici delle società commerciali che effettuavano spedizioni verso tutte le province dell’Impero. Ognuno aveva un mosaico sul suo pavimento, con un logo a indicare la rispettiva attività, dagli elefanti al grano».



Le ultime quattro posizioni sono occupate da altri due siti italiani, Paestum (7°) e il Pantheon di Roma (8°); a concludere la classifica della professoressa Beard c’è Segovia (9°), in Spagna, e Timgad (10°), in Algeria. «Paestum è una straordinaria mescolanza di greco e romano. Originariamente, era uno dei più grandi insediamenti greci nell’Italia meridionale, vi restano tre grandi templi risalenti al VI secolo AC. Ma altrettanto impressionanti sono le tombe, dipinte poco più tardi, la cui immagine più famosa è quella di un giovane che si tuffa in una piscina, ricordo di tutta una tradizione di pittura antica che abbiamo in gran parte perduto. Vi è anche un piccolo insediamento romano, risalente al VI secolo DC».



Al Pantheon, il “Tempio di tutti gli dei”, la professoressa Beard dedica parole affettuose: «Eretto dall’imperatore Adriano nel II secolo DC, fu convertito in chiesa cristiana cinque secoli più tardi. È l’unico edificio romano integro in cui si può ancora camminare, come accadeva duemila anni fa. È l’immagine straordinaria del potere e della competenza artistica romana».