Lo Yukon, nella terra selvaggia dei "cercatori d'oro"

Un tratto del leggendario Yukon
di Fulvio Fulvi
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Martedì 23 Settembre 2014, 10:09 - Ultimo aggiornamento: 8 Ottobre, 22:04
L'oro non c' pi nel fiume Yukon, ma la sua natura selvaggia, teatro di un'epopea, affascina ancora. Una volta le pepite risvegliarono il "Sogno americano” che sembrava spezzato. Oggi, altri tesori emozionano il viaggiatore.



È passato il tempo di Jack London e della "corsa all'oro" che sul finire dell'800 muoveva fin qui dall'Ovest migliaia di disperati in cerca di fortuna. Eppure, anche adesso, sono i più temerari ad accollarsi la fatica di un viaggio destinato a regalare ricchezze. Perché fiumi, laghi, foreste, alti picchi, canyon e le distese degli altipiani di questa regione del Canada lasciano un segno nel cuore. Dal sole di mezzanotte che illumina l'estate, all'aurora boreale che colora le oscurità dell'inverno: anche le stagioni qui, come i luoghi, hanno un carattere forte.



Lo Yukon, lungo 3.185 km, nasce dai monti al confine con la Columbia Britannica, tocca il Klondike, attraversa l'Alaska e sfocia nel mare di Bering. Ci si muove con la jeep e con la canoa, sempre accompagnati da una guida (www. travelyukon.com). Il fiume bagna una regione di quasi 500 mila mq popolata solo da 30 mila persone (che vivono in gran parte nelle città di Whitehorse e Dawson City, dove esiste ancora l'atmosfera della "gold rush"). Poi ci sono gli animali: grizzly, alci, caribù, linci, lupi; abbondano torrenti e bacini con acque trasparenti dove scivolano le canoe e nuotano castori, salmoni, lucci, trote.



È la terra di alte cime e pianure fluviali con rari villaggi dove vivono gli ultimi Gwich'in, gli indiani che mantengono ancora le antiche tradizioni del loro popolo. È passato il tempo, ma sembra tutto come 100 anni fa. È lo stesso mondo che abbiamo immaginato leggendo i romanzi di Jack London, un Wild West dominato dalla “legge delle zanne e dell'artiglio”: "Nessun rumore, nessuna voce d'uomo rompeva quel silenzio, e la natura, sempre uguale da che è nato il mondo, dominava incontrastata". Sembra di vedere Buck-Zanna Bianca correre nella tundra per seguire il “richiamo della foresta”. E, soccorsi dall'immaginario disneyano, ci appare anche un giovane Paperone in un torrente del Klondike alla ricerca di un'oncia per cominciare il suo impero. Chissà, poi, se dentro una baita in cima a una montagna rocciosa, vicino a una vecchia miniera, c'è ancora Charlot, l'ingenuo pioniere della Febbre dell'oro, mentre addenta una scarpa lessata per cena. Guardiamo le colline purpuree che fanno da corona a Whitehorse e lasciamo andare il pensiero. È passato il tempo dei sogni. O forse no.



I NOSTRI CONSIGLI:



Per rivivere le atmosfere del "selvaggio west", si può prenotare una stanza all'Eldorado Hotel (www.eldoradohotel.ca) di Dawson City, Qui, la prima colazione (e, a richiesta, anche il pranzo) si può consumare nella Bonanza Dining Room. Bere un wiskhey nello Sluice Box Lounge, con le foto dei cercatori d'oro che arrivarono qui nel 1898, ci farà sentire come i cow-boys nei saloon dei film western. Prezzi ragiobnevoli che cambiano a secoinda delle stagioni.



Volete mangiare come piaceva a Jack London? Prenotate un tavolo all'Antoniette (www.facebook.com/Antoinettes.Whitehorse; un pasto: 30 $) nel centro di Whitehorse. La sua specialità è la carne alla brace (assaggiate le bistecche di caribù) servita con il riso e i fagioli: un classico.
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