Passaparola, la dura battaglia legale con Mediaset per la proprietà del marchio

Passaparola, la dura battaglia legale con Mediaset per la proprietà del marchio
di Antonio Bonanata
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Lunedì 31 Agosto 2015, 16:56 - Ultimo aggiornamento: 1 Settembre, 18:02
Un quiz di successo, ascolti record in mezza Europa, un contenzioso giudiziario che si trascina avanti da qualche anno e che stabilirà chi è il vero detentore del marchio “Passaparola”.



O Pasapalabra, se considerate il gemello spagnolo del programma televisivo andato in onda su Canale 5 per quasi dieci anni, dal 1999 al 2008, condotto da Gerry Scotti, poi sostituito per un breve periodo da Claudio Lippi.

La battaglia che si sta combattendo nei tribunali chiama in causa Telecinco, di proprietà Mediaset, dove viene attualmente trasmessa la versione spagnola del gioco a premi (prima era su Antena 3); la ITV Studios Global Entertainment, casa di produzione inglese che per prima mandò in onda il programma nel Regno Unito; e la produzione spagnola Europroducciones Tv, proprietaria di Vocento, limitatamente al marchio “Pasapalabra”. Le ultime due, infatti, hanno registrato come propri i marchi del quiz, seppure in differenti organismi: l’inglese ITV Global presso l’Ufficio per l’armonizzazione del mercato interno, l’agenzia europea incaricata di tenere il registro dei brand comunitari; la spagnola Europroducciones presso l’Ufficio spagnolo dei brevetti e delle marche, che svolge lo stesso compito su scala nazionale. Per quanto riguarda Mediaset, invece, ITV Global la accusa di aver copiato la versione originale del gioco a premi che per prima fu mandata in onda sugli schermi inglesi, The alphabet game, avanzando una violazione dei diritti di proprietà intellettuale e chiedendo un indennizzo di 17 milioni di euro.

Il primo contenzioso è a un passo dal concludersi: la Corte costituzionale spagnola ha respinto il ricorso di Europroducciones, che voleva venisse riconosciuta la registrazione in Spagna del marchio “Pasapalabra”, decretando che tale “immatricolazione” fu fatta in mala fede. Viene argomentato, infatti, che Europroducciones, al momento della registrazione, ben conosceva il successo ottenuto dal quiz in Regno Unito, Italia e Portogallo, prodotto sempre da ITV Global e con la stessa denominazione (rispettivamente, Pass the word, Passaparola e Passo a palavra); pertanto, l’inserimento del nome nel registro non aveva il fine di catalogare un prodotto nuovo e originale ma solo quello di speculare con il marchio già registrato. Era piuttosto un modo per intralciare una “lecita altrui attività”, ottenendo “un indubbio beneficio economico”.

Resta ancora aperto, invece, il principale contenzioso giudiziario, quello con Mediaset. Il programma, andato in onda su Antena 3 a partire dal 2000, è passato a Telecinco nel 2007. Dopo un contrasto di natura economica con ITV Global circa lo sfruttamento del marchio in Spagna, Mediaset ha proceduto a registrare come proprio il simbolo caratteristico del quiz, il cerchio a pallini dove sono inserite le lettere dell’alfabeto, e ha concordato con Veralia – attuale produttore del programma – modifiche nel resto del format per personalizzarlo ulteriormente.

Ciononostante, ITV Global ha fatto causa all’azienda fondata da Silvio Berlusconi, ottenendo in primo grado una sentenza favorevole per violazione dei diritti di proprietà intellettuale. Mediaset ha fatto ricorso, essendo costretta, tra l'altro, a pagare un indennizzo da 17 milioni di euro. Anche questa disputa finirà davanti alla Corte costituzionale spagnola e solo dopo la decisione finale sapremo chi l’avrà avuta vinta.