"Whiplash", il film-sorpresa dell'Oscar
duello mozzafiato a ritmo di jazz

Miles Teller (a sinistra) e J. K. Simmons in una scena di "Whiplash", nelle nostre sale il 12 febbraio
di Gloria Satta
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Domenica 1 Febbraio 2015, 12:25
L’oggetto misterioso dell’Oscar s’intitola Whiplash: è il piccolo film che, a sorpresa, si ritrova tra gli otto candidati alla statuetta per la migliore pellicola e la nottre del 22 febbraio a Hollywood dovrà vedersela con pezzi da novanta come Birdman, Boyhood, American Sniper, Grand Budapest Hotel, The Imitation Game. Intanto i bookmaker scommettono sulla vittoria dell’attore J. K. Simmons, arrivato in finale tra i non protagonisti grazie al ruolo di un sadico direttore d’orchestra.

Whiplash, lanciato dal Sundance Festival (e atteso nelle nostre sale il 12 febbraio), è stato diretto da un regista sconosciuto appena trentenne: Damien Chazelle, americano, che ha raccontato la storia di un sogno a base di musica, competizione, crudeltà, passione, sacrifico.

Duello. Il protagonista del film è un giovanissimo batterista jazz (interpretato da Miles Teller) che entra nel conservatorio più esclusivo di New York dove avrà come interlucutore un direttore d’orchestra perfezionista e spietato: proprio J. K Simmons che terrorizza gli studenti con ogni possibile umiliazione, vessazione psicologica, sopruso. Tra il ragazzo e il suo ”coach”, che a molti ricorderà il feroce sergente di Full Metal Jacket, si scatena un duello sanguinoso (in tutti i sensi). Ma la passione per la musica, il sogno del protagonista di diventare una star del jazz si rivelerà più forte delle difficoltà. Whiplash significa ”colpo di frusta” ed è anche il titolo del brano che scandisce l’inesorabile confronto tra i due protagonisti.

Il regista. Chazelle sembra molto più giovane dei suoi 30. «L’idea del film», racconta, «è nata dalla mia esperienza personale: anch’io da ragazzo ho frequentato in una scuola jazz iper-competitiva. E una volta sul set ho messo in scena lo scontro tra due diverse concezioni della musica: da una parte il puro divertimento, dall’altra la certezza del protagonista che si debba diventare grandi artisti costi quel che costi. Volevo anche dimostrare che la musica spesso richiede prove fisiche durissime».

L'attore. Simmons, sessant’anni, presenza carismatica, già visto in Spider Man e Juno, presto sul set di Terminator: Genysis accanto a Schwarzenegger, racconta come ha fatto a passare da un’onesta carriera di seconda fila alla nomination all’Oscar. «Quando ho letto la sceneggiatura di Whiplash sono rimasto stregato e ho capito che non potevo lasciarmi sfuggire la parte del terribile direttore d’orchestra», dice. «Anch’io da studente ho frequentato una scuola di musica, ma non ricordo nessun insegnante spietato e manipolatore come il mio personaggio. E quando ho incontrato il regista, non mi aspettavo un tipo così giovane e apparantemente indifeso. Gli ho detto: ehi, amico, ma possibile che questa storia così potente sia venuta fuori da te?».

Filosofia. Non è stato facile entrare in un personaggio tanto spietato. «Per interpretarlo, ho cercato di capire le sue motivazioni», spiega Simmons. «Il mio direttore d’orchestra insegue la perfezione perché pensa che la gente, oggi, voglia accontentarsi della mediocrità. Non approvo i suoi metodi, naturalmente, ma sono d’accordo con la sua filosofia. Per girare il film, io che ho un passato rock mi sono totalmente immerso nel jazz: è stata una bellissima esperienza».

Ring. I due protagonisti si sfidano su un ring ideale e Chazelle confessa di aver tenuto presente film di combattenti come Rocky, The Fighter, Toro scatenato. «Tutto sommato, in Whiplash la musica è una forma di competizione sportiva all’ultimo sangue», spiega. Il successo al Sundance e la nomination all’Oscar gli hanno ovviamente cambiato la vita: «Ora i miei progetti che sembravano sogni irrealizzabili diventano realtà. Ho già in mente un nuovo film: si intitolerà La la Land, sarà nuovamente interpetato da Teller con Emma Watson e racconterà la passione di un giovane pianista jazz per un’attrice emergente a Los Angeles». Ancora la musica, la magnifica ossessione di questo talento-prodigio di Hollywood.



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