Dheepan, il risveglio della tigre Tamil

Dheepan, il risveglio della tigre Tamil
di Fabio Ferzetti
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Giovedì 21 Maggio 2015, 19:02 - Ultimo aggiornamento: 23 Maggio, 19:10
Film di guerra, cinema sociale, dramma intimista: tre film in uno, e che film! Con il potente Dheepan, il regista di Il profeta e Tutti i battiti del mio cuore torna alla sua forma migliore dopo il melodrammatico Un sapore di ruggine e ossa.

Nessuno meglio di lui infatti sa sposare la brutalità dell’azione alla dolcezza dei sentimenti nascosti dentro i personaggi, e questa era la classica occasione d’oro. Tanto più che il protagonista, scrittore e rifugiato politico, ex-bambino-soldato, ha un vissuto personale molto simile a quello raccontato dal film. Dheepan infatti è un capo guerrigliero Tamil che arriva fortunosamente in Francia con la sua pseudo-famiglia per cercare asilo politico. La sua guarnigione è stata sterminata, la sua vera famiglia idem. La donna e la ragazzina che lo accompagnano sono due perfette estranee, anche tra di loro.



Ma è come famiglia in cerca d’asilo che vengono accolti in Francia e sistemati in un grande caseggiato popolare in qualche sperduta banlieue dove Dheepan fa il portiere e sua “moglie” la badante per un arabo malato. Mentre la loro finta “figlia”, la più svelta a imparare quache parola di francese, cerca di adattarsi a quel mondo nuovo e tutt’altro che accogliente. Il problema è che Dheepan ha la guerra dentro. Vorrebbe la pace ma non può dimenticare il suo paese, il suo popolo, i suoi uomini sterminati dalle forze governative. E quando i giovani malavitosi che controllano l’area con i soliti metodi mafiosi iniziano a alzare troppo la cresta, decide di non stare a guardare...



Si pensa a Gran Torino di Clint Eastwood, altra storia di un reduce costretto a tornare in azione nel suo quartiere, ma a ruoli invertiti.
I delinquenti sono per lo più magrebini e africani che lo Sri Lanka non sanno nemmeno dove sia. In qualche modo Dheepan è il “loro” arabo, l’ultimo arrivato, un paria ancora più paria di loro. Ma questa è solo l’ultima parte del film, che per il resto segue con grande finezza e adesione emotiva i tre percorsi paralleli di Dheepan, della donna e della ragazzina. Gettando sulla Francia (sull’Europa) multiculturale di oggi uno sguardo crudo e rivelatore. Un gran bel film, che si aggiunge al ristretto numero di quelli in lizza per la palma d’oro.
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