Beppe Signori porta 12 orologi da valutare in un compro-oro, dipendente li impegna al Monte di pietà

Beppe Signori porta 12 orologi da valutare in un compro-oro, dipendente li impegna al Monte di pietà
di Riccardo Di Vanna
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Giovedì 27 Novembre 2014, 06:04 - Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 01:58

Si sarebbe appropriata di dodici costosissimi orologi che avrebbe dovuto solamente stimare per conto dell'ex calciatore della Lazio e della nazionale italiana, Giuseppe Signori.

Una circostanza della quale - dopo la denuncia presentata dall'attaccante biancoazzurro ormai in pensione - Patrizia Trimarchi, dipendente di un compro oro di via Boccea, sarà chiamata a dare spiegazioni davanti al giudice della seconda sezione penale del tribunale monocratico di piazzale Clodio.

LA MOGLIE

L'imputata, accusata del reato di appropriazione indebita, avrebbe infatti ricevuto i preziosi dalla moglie del calciatore nel 2010 e avrebbe poi mancato di restituirli malgrado le richieste del legittimo proprietario, raccontando di averli impegnati per errore presso il Monte di Pietà.

Alla sbarra, insieme all'impiegata del negozio, nell'ambito dello stesso procedimento, è finito anche un trentaquattrenne originario di Frosinone. A differenza dell'altra imputata, l'uomo, trovato in possesso di alcuni degli orologi di appartenuti alla vittima, dovrà però rispondere dell'accusa di ricettazione. A spiegare la vicenda ai magistrati, è lo stesso Signori, ascoltato in aula nelle vesti di testimone. Stando alla versione resa dalla vittima, tutto sarebbe cominciato nel mese di maggio del 2010 quando, presa la decisione di far valutare alcuni suoi orologi e un anello d'oro, l'ex bomber bergamasco avrebbe dato incarico alla moglie di farli stimare da un negoziante specializzato di via Boccea. All'interno del compro oro, la dipendente che poi sarebbe stata trascinata a processo dallo sportivo, riceve in consegna dodici orologi -tra i quali un Rolex, due Patek Philippe e altrettanti Frank Muller- e un anello in oro, rilasciando alla cliente una regolare ricevuta per la merce presa in carico.

L'ANELLO

Il compito dell'imputata è semplicemente quello di far eseguire una perizia sulla merce ma, quando la vittima si decide a chiedere indietro i suoi oggetti, lo avvisa di non esserne più in possesso. «Nel corso dei mesi - ha spiegato Signori- nonostante svariati tentativi, non sono più riuscito a rientrare in possesso degli orologi e dell'anello. Anzi la dipendente mi ha riferito che purtroppo, per un mero errore da parte della ditta, i miei averi erano stati impegnati al Monte di Pietà». Solamente un mese più tardi rispetto allo spiacevole incidente capitato all'attaccante, sette degli orologi scomparsi sarebbero poi stati identificati con quelli trovati in possesso del presunto ricettatore.