Ostia, litiga con la fidanzata e sevizia i suoi cani

Ostia, litiga con la fidanzata e sevizia i suoi cani
di Michela Allegri
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Martedì 21 Aprile 2015, 06:09 - Ultimo aggiornamento: 22 Aprile, 13:38
Ha sfogato tutta la rabbia che aveva in petto contro due cagnolini indifesi. R. O., 29 anni, romano, dopo una lite furibonda con la fidanzata ha deciso di prendersela con i cuccioli di Labrador della ragazza. Li ha trascinati nel giardino della casa in cui viveva con la compagna, li ha afferrati per le orecchie e, dopo averli sollevati da terra, li ha fatti roteare in aria, scaraventandoli contro un armadio. Non contento, ha infierito sulle bestiole prendendole a calci e a pugni. Ora, su richiesta del pubblico ministero Gianluca Mazzei, è finito a processo per maltrattamento di animali, accusa da cui dovrà difendersi di fronte al giudice monocratico di piazzale Clodio.

LE TORTURE

I fatti risalgono all'aprile 2010. All'epoca, l'uomo divideva con la compagna un appartamento di Ostia. Insieme a loro, in casa c'erano due cani di razza Labrador Retriever, uno di colore nero e di media taglia, l'altro ancora cucciolo, nato da pochi mesi. Tra il ragazzo e la fidanzata le discussioni erano all'ordine del giorno. L'ultima lite era avvenuta la mattina del 4 aprile. La donna, nel pomeriggio, era uscita di casa per recarsi al lavoro. L'imputato era rimasto solo con i cani, che avrebbe dovuto accudire. Invece di prendersi cura delle bestiole, però, avrebbe riversato su di loro tutta la cattiveria di cui era capace. Secondo gli inquirenti, le avrebbe sottoposte a vere e proprie sevizie. Avrebbe trascinato i Labrador in giardino e, folle di rabbia, tra urla e insulti, li avrebbe scaraventati prima contro un armadio e poi contro il muro. Mentre i cuccioli erano rannicchiati in terra, li avrebbe anche picchiati con una raffica di pugni e calci. Come si legge nel capo d'imputazione, l'atteggiamento del ragazzo sarebbe stato caratterizzato da una crudeltà ingiustificata: avrebbe sottoposto i cani «a comportamenti insopportabili, consistiti nel prenderli per le orecchie, alzarli in aria e gettarli con violenza contro gli armadi e la recinzione del giardino, per poi colpirli».



LA TESTIMONE

Le bestiole, ridotte quasi in fin di vita, erano state salvate da una vicina di casa che, affacciandosi dal balcone, aveva colto l'imputato sul fatto. La donna ha raccontato ogni cosa agli inquirenti. Ascoltata dai carabinieri nel novembre 2010, ha dichiarato a verbale di aver assistito alle violenze. «Abito nell'appartamento di fronte a quello in cui l'imputato conviveva con la fidanzata - ha detto - Rientrando a casa, sentivo dei forti e insistenti lamenti provenire dal loro giardino. Mi sono preoccupata e mi sono recata sul terrazzo. Con immenso stupore ho visto il ragazzo che provocava delle sevizie ai danni di due cani. L'ho visto scaraventare quello di media taglia contro il muro di cinta del giardino, e prendere a calci il cagnolino più piccolo». La vicina era subito intervenuta e l'imputato aveva smesso di maltrattare gli animali, tentando di giustificarsi: «Mi ha chiesto scusa per l'accaduto - ha proseguito la teste - mi ha anche riferito che i suoi atteggiamenti erano legati a una situazione personale particolarmente delicata, che sfogava sui cani della compagna. Ha promesso che avrebbe smesso». La proprietaria dei Labrador, appena venuta a sapere delle torture che il compagno aveva inflitto alle bestiole, aveva cacciato l'imputato di casa e aveva sporto denuncia.