Un albo obbligatorio delle associazioni o
organizzazioni religiose musulmane che non hanno sottoscritto intese con lo Stato italiano e che svolgono attività di culto a Roma.
E' la proposta di Gianni Alemanno (Prima l'Italia), che presto sarà accompagnata da una delibera da presentare all'esame dell'Aula. La mappatura punta a scandagliare la situazione dei centri di matrice islamica presenti nella Capitale.
Questo, secondo l'ex sindaco, in ragione anche della particolare situazione internazionale e alla minaccia terroristica.
Nella delibera di Alemanno si chiedono anche alcune previsioni pratiche: la distanza di almeno 500 metri da un centro di culto a un altro, parcheggi per un'area pari al 200% della superficie calpestabile interna. I responsabili di ogni centro dovranno garantire il rispetto del decoro e della sicurezza, sia all'interno che nell'area.
«C'è un vuoto normativo nazionale e regionale su questo tema, i Comuni sono lasciati a loro stessi. Ma il problema c'è. Cosa può fare il Comune di Roma? Può fare in modo che ci sia un netto discrimine tra fondamentalismo e pratica religiosa», ha dichiarato Alemanno.