Mafia Capitale, il governo ha scelto: «Piu poteri a Gabrielli, affiancherà Marino»

Mafia Capitale, il governo ha scelto: «Piu poteri a Gabrielli, affiancherà Marino»
di Valentina Errante
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Venerdì 28 Agosto 2015, 08:50 - Ultimo aggiornamento: 29 Agosto, 08:21

Una tutela per il sindaco, perché la legge non consente il commissariamento. Dura poco più di un'ora il consiglio dei ministri che chiude il ”lodo” su Roma capitale con l'insolita e abile formula ampiamente concordata: l'affiancamento.

La decisione del Consiglio dei ministri: via al risanamento Sciolto il Municipio di Ostia. Le critiche dal centrodestra

La mafia «infetta» il Campidoglio, ma non ci sono elementi sufficienti per sciogliere il Consiglio, dice il ministro dell'Interno Angelino Alfano.

Il numero uno del Viminale, dopo le limature dell'ultimo momento, affida poteri speciali al superprefetto Franco Gabrielli: otto settori sui quali lavorare, assicurando «proposte e indicazioni al sindaco», di più non si può. E ancora lo scioglimento del X municipio (Ostia), equiparato a un comune e la rimozione dei dirigenti (che intanto Ignazio Marino ha già allontanato) al posto dei quali, comunque, non saranno piazzati uomini della prefettura. Una partita, cominciata a dicembre scorso, con la bufera giudiziaria che ha travolto la città e portato il Campidoglio sull'orlo dello scioglimento per infiltrazioni mafiose. Nella diplomatica quanto funambolesca decisione finale ha pesato anche l'intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, sin dal primo momento, aveva sottolineato l'inopportunità dello scioglimento per mafia del Campidoglio.

E alla fine sono due i grandi assenti: Ignazio Marino, che nel giorno del giudizio ha scelto di rimanere in ferie oltreoceano, e Matteo Renzi, che dopo le polemiche con l'invito al sindaco a «governare o andare a casa» preferisce non comparire in conferenza stampa. Parlano invece il ministro Angelino Alfano e il sottosegretario alla presidenza del consiglio Claudio De Vincenti. La partita è soprattutto politica. Renzi non commenta, Marino, che ha perso anche la chance sul Giubileo (interamente delegato al prefetto), dai Caraibi esprime soddisfazione. Le conclusioni della commissione prefettizia sono sul tavolo, Alfano le cita: «È indubbio - dice Alfano - che il lavoro svolto dalla commissione di accesso abbia evidenziato una situazione amministrativa caratterizzata da gravi vizi procedurali. La legge prevede il commissariamento, ma abbiamo ritenuto che per questo non sussistessero i presupposti e che ci fossero invece per un supporto del Viminale allo scopo di cambiare la rotta».

LA DECISIONE

Marino resta sindaco ma dovrà consultare Gabrielli. «Ho chiesto lo scioglimento del municipio di Ostia. E intendo incaricare il prefetto di Roma, insieme con il sindaco, di indicare gli interventi da fare su alcuni dipartimenti, atti e procedimenti», dice ancora il ministro. Sono otto gli ambiti di intervento delegati al supeprefetto: Ambiente, Patrimonio, Servizi sociali (emergenza abitativa, campi nomadi, rom), i regolamenti dell'amministrazione comunale, la revoca degli affidamenti senza gara, una lista di ditte fiduciarie per l'affidamento dei servizi, il monitoraggio della centrale unica degli acquisti, i controlli interni, la verifica e la revisione degli appalti. Per il X Municipio, sciolto per mafia ed equiparato a un comune, ci sarà una commissione composta dal prefetto Domenico Vulpiani, dal viceprefetto Rosalba Scialla e da Maurizio Alicandro.

LE REAZIONI

Matteo Orfini, commissario del Pd romano appare soddisfatto, «Il Consiglio dei ministri - commenta - ha certificato che il Comune di Roma non va sciolto per mafia e ha assunto provvedimenti che aiuteranno a contrastare la criminalità e affrontare al meglio l'anno giubilare. Decisioni importanti, che dimostrano la bontà della tesi che abbiamo sostenuto ma che non devono portarci a nascondere le difficoltà che la capitale sta vivendo». Di segno opposto le reazioni di Alfio Marchini, già candidato a sindaco di Roma e consigliere di opposizione in Campidoglio: «Tutto come previsto: hanno commissariato il sindaco invece di commissariare il Comune. Un pastrocchio che non fa altro che aumentare la confusione. Mi chiedo dove sia finita la dignità di Marino che accetta una decisione così umiliante, commenta Alfio Marchini. Più duro il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: «Secondo le previsioni - dice - il consiglio dei ministri ha protetto la mafia.

Questa la verità che emerge dalla decisione di non sciogliere il Comune di Roma e di assumere farsesche, ridicole e nauseabonde scelte come quella di sciogliere il Municipio di Ostia». Mantre il deputato forzista Daniela Santanché afferma: «Alfano è un servo sciocco del Pd, salva Marino per salvare se stesso. I romani assolutamente abbandonati si tengono un mezzo sindaco e la città peggio di prima». Ma rimangono i dubbi e il consigliere comunale radicale Riccardo Magi manifesta le sue perplessità: «Alfano spieghi in base a che norma attribuisce a prefetto poteri di indirizzo senza commissariamento».