Ncd, Sacconi dopo le dimissioni: «In discussione rapporto con Renzi». Anche Cazzola lascia il partito

Ncd, Sacconi dopo le dimissioni: «In discussione rapporto con Renzi». Anche Cazzola lascia il partito
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Domenica 1 Febbraio 2015, 17:00 - Ultimo aggiornamento: 19:00
«Non è in discussione la mia leale amicizia e collaborazione con Angelino Alfano, quanto piuttosto il nostro rapporto con il presidente del Consiglio e segretario del Partito democratico ed il suo metodo cinico dei rapporti politici variabili». Lo dichiara Maurizio Sacconi.



«Egli sembra concepire ogni rapporto politico come un taxi per una specifica corsa. Ma ogni corsa ha un prezzo perchè, per fortuna, ogni area politica ha convinzioni profonde. Nel momento in cui egli ha ridato peso politico alle sinistre più conservatrici, interne ed esterne al Partito democratico, è ragionevole pensare che abbia pagato il relativo prezzo con particolare riguardo alla riforma del lavoro, del fisco e della giustizia.



Così è già accaduto con il Jobs act la cui portata innovativa è stata mortificata. Così potrebbe accadere con i prossimi decreti delegati sul sistema tributario o sulle tipologie contrattuali del lavoro. Così potrebbe accadere ancora sui temi etici come il matrimonio per tutti o le adozioni omosessuali. Per non dire della ottusa difesa della oppressione fiscale dei Comuni inefficienti sulla casa o sugli immobili d'impresa. Il metodo Renzi non è quindi nè indolore nè incolore», conclude Sacconi.




Anche Cazzola lascia Ncd. «Dopo le vicende dell'elezione di Sergio Mattarella, ho deciso di lasciare il Ncd a cui avevo aderito dal momento della sua costituzione»: lo rende noto con una lettera a "Libero" Giuliano Cazzola, ex parlamentare Pdl ed esperto di previdenza, candidato alle Europee lo scorso anno con l'Ncd nel collegio del Nord Est. «Mattarella - afferma Cazzola - appartiene alla congrega di quanti esprimono una riserva morale nei confronti del centro-destra. E ce lo troviamo al Quirinale. Ma questo è un problema dell'ex Cav che si è fidato troppo del Royal baby. Io capisco che il Ncd, alla fin dei conti, non aveva alternative. Ma non si può agevolare e proteggere una svolta autoritaria di un ragazzotto furbo più che intelligente, fortunato più che capace. Io, almeno, alla mia età, con la mia storia, non ci sto più».



Cazzola giudica sbagliata la linea di condotta del partito, «che si è limitato a porre una questione di metodo, quando, a mio avviso, la candidatura di Sergio Mattarella era debole nel merito. Non ha la statura internazionale che sarebbe necessaria (pensi soltanto alla crisi greca) e, soprattutto, al di là del suo curriculum e delle sue capacità (magnificate oltre misura in queste ore), il prossimo inquilino del Quirinale è stato scelto e "nominato" al solo scopo di "non fare ombra" al premier. E questo, per me, è intollerabile. Renzi sta smontando, da dilettante allo sbaraglio, la Costituzione, sta costruendo una legge elettorale molto simile alla legge Acerbo, ha già ridotto a pallidi replicanti i suoi ministri e i rappresentanti italiani nelle istituzioni europee. Quanto a Mattarella, un tempo sarebbe stato definito come un "cattocomunista", una sorta di Rosi Bindi al maschile».



«Il neo presidente - secondo Cazzola - rimane l'ultima personalità sulla piazza che non fu solo ostile a Berlusconi e al suo partito (fino a contrastare l'adesione di Forza Italia al Ppe), ma anche alle sue aziende. C'è da aspettarsi che dal Quirinale venga una solida copertura ad una legge sul conflitto d'interessi. E che si faccia sempre più concreta la minaccia sulle concessioni a Mediaset».
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