Napolitano: «Riforme, grazia e Csm: gli passerò io i dossier»

Napolitano: «Riforme, grazia e Csm: gli passerò io i dossier»
di Nino Bertoloni Meli
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Domenica 1 Febbraio 2015, 06:04 - Ultimo aggiornamento: 09:40
A Giorgio Napolitano toccherà tornare al Quirinale. Non sarà un onere, non la vive certamente così l'ormai ex Presidente, un onore piuttosto. Le stanze del Colle che per nove anni lo hanno visto primo e più importante inquilino, le rivedrà.

E' Napolitano stesso ad annunciarlo, a votazioni concluse, fuori da Montecitorio, mentre sorseggia una spremuta di arancia e mangia un toast in un noto bar a due passi dalla Camera.



«Sarò lì per il passaggio delle consegne. Avrò con Mattarella un colloquio riservato, durante il quale dovrò informare il nuovo capo dello Stato dei dossier più stretti che riguardano la Presidenza: le riforme, le domande di grazia, il Csm». Un sorso di spremuta, quindi Napolitano prosegue: «Dovrò poi consegnare al nuovo Presidente il Collare del cavaliere di gran croce decorato di gran cordone, il simbolo dell'ordine dei cavalieri che il capo dello Stato presiede, la massima onorificenza quirinalizia».



E' a suo modo uno strappo al protocollo. Le altre volte, era il presidente in carica a fare il passaggio delle consegne, ma questa volta il presidente è dimissionario, dovrebbe spettare a Pietro Grasso, il presidente supplente, ma la situazione creatasi con le dimissioni spontanee di Napolitano, a suo modo inedita, ha dato la stura a soluzioni a loro volta inedite.



LA PRASSI

Il protocollo prevede che martedì, dopo aver giurato e fatto il discorso davanti al Parlamento, il premier Matteo Renzi accompagni in auto Sergio Mattarella davanti all'altare della Patria, unica tappa prima di approdare al Quirinale. «E' la prassi, alla mia prima elezione io andai in macchina con Berlusconi allora premier», ricorda Napolitano.



Sembra molto protocollo, e lo è per tanti versi, ma da quel che si capisce l'ex presidente intende portare con mano il nuovo inquilino del Colle sul terreno già sperimentato, e arato, delle riforme e della salvaguardia della Costituzione, pur all'interno di cambiamenti ritenuti ormai imprenscindibli. Un Mattarella nel solco dei due punti forti del novennato di Napolitano: riforme e dialogo costante tra opposti schieramenti, tra maggioranza e opposizione. «Di sicuro, nella situazione che si è creata, Mattarella rappresenta un punto di riferimento molto saldo con delle politiche di riforme coerenti con la Costituzione, anche di cambiamento della seconda parte», aveva detto poco prima a commento dell'elezione del nuovo Presidente appena conclusa. Intende dare dei consigli al nuovo capo dello Stato? «Ho letto che intende chiedermene, e io glieli darò. Consigli su richiesta, gratis ovviamente, ma li darò». Oltre ai consigli, ci sarà la questione dei consiglieri. «La prima nomina, la più importante, è quella del segretario generale, per la quale il presidente può decidere di confermare o di cambiare, ci sono precedenti in uno o nell'altro senso. In entrambi i casi, si deve passare da un decreto di nomina».

Il discorso cade sul nuovo inquilino del Quirinale. «Sono molto contento della sua elezione», il giudizio a caldo sul suo successore dell'ex presidente, che non manca di sottolineare «l'ampia convergenza registratasi, al di là delle aspettative», «un salto di qualità della politica». E i giudizi, apparsi qua e là in questi giorni, sulla mancanza di esperienza internazionale del nuovo presidente? «Su questa materia uno o ha un patrimonio personale o se lo costruisce. E poi ci sono i consiglieri diplomatici». Napolitano saluta, cappoto blu e cappello, sciarpa rossa, con una scorta ridotta all'osso, una sola persona, concedendosi volentieri a quanti gli chiedono una foto insieme o si avvicinano per una stretta di mano.



PUNTUALITÀ KANTIANA

La giornata del presidente dimissionario era cominciata di buon mattino, quando Napolitano, noto per la puntualità kantiana, si era recato a Montecitorio per le votazioni del nuovo capo dello Stato. Dentro, gli si fa incontro Mario Monti e i due fanno colazione insieme alla buvette a base di cappuccino, quindi parlano fitto per oltre dieci minuti. Napolitano ha votato disciplinatamente al suo turno, poi ha seguito lo spoglio delle schede nella stanza del governo a fianco dell'aula, assieme a Renzi davanti a un video. Al momento della proclamazione dei risultati, l'ex Presidente è tornato in aula, ha applaudito come gli altri e si è anche commosso. Strette di mano, deputati e senatori che lo attorniano, quindi la valutazione politica di quanto appena accaduto: «C'è stata una convergenza molto ampia, al di là delle forze del Pd e dei partiti che si erano pronunciati per Mattarella, un buon salto di qualità». E a chi gli domanda se ci sia amarezza per la mancata ampia convergenza, Napolitano taglia corto: «La totalità dei voti non c'è mai stata, nemmeno con Sandro Pertini», a sottolineare che la cosa importante è che l'elezione sia avvenuta con un numero di voti «molto al di là del minimo previsto dalla legge».