Leopolda, Renzi: «Ascoltiamo la piazza, poi andiamo avanti. I cortei non creano lavoro»

Leopolda, Renzi: «Ascoltiamo la piazza, poi andiamo avanti. I cortei non creano lavoro»
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Sabato 25 Ottobre 2014, 16:15 - Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 14:31

Nel secondo giorno della Leopolda, a Firenze, Matteo Renzi doveva restare nel backstage e invece non ha resistito alla voglia di coordinare i 100 tavoli temativi che animano la Leopolda.

Il premier, seduto sul palco, ha presentato i vari coordinatori e qua e là dà indicazioni. «Ci servono - chiede al gruppo che discute di made in Italy - linee concrete e puntuali di richieste che il governo possa portare avanti. Spero che usciate dalla riunione con una mezza paginetta di proposte concrete». E ancora, rivolgendosi ad un altro tavolo: «Sulla spending review serve confronto serio su quello che abbiamo già iniziato a fare».

«Stiamo facendo un lavoro molto serio sui contenuti: 52 tavoli stamattina e 52 nel pomeriggio», ha poi spiegato il premier, riprendendo i lavori pomeridiani e introducendo alcuni interventi tra cui Brunello Cucinelli e Patrizio Bertelli, «Ma per un paio di ore ascolteremo storie di impresa: grandissime aziende, alcune tra le più grandi in Italia, chi vive l'esperienza dell'impresa sociale e storie di piccole imprese.

L'obiettivo è riuscire a raccontare come anche in tempi di crisi si possa fare impresa».

Renzi ha sottolineato come ci siano «dei nemici che vanno sconfitti, se non li sconfiggi non creeremo occasioni di impresa, sono la corruzione e l'evasione, senza aver combattuto corruzione e evasione non si va da nessuna parte. Se decidiamo di creare posti di lavoro in Italia, ed è il nostro obiettivo, bisogna mettere in atto una strategia seria per liberare le energie». Un concetto ribadito anche su Twitter: «Combattere corruzione ed evasione. Restituire ideale ed entusiasmo a impresa per creare posti di lavoro #leopolda5 #italiariparte».

Nella sua riflessione sul palco, Renzi si è chiesto: «Che cos'è la Leopolda, perchè la facciamo durante il Governo? La facciamo per noi, per ricordarci chi siamo e cosa vogliamo essere, per non perdere il contatto con la realtà, vogliamo essere noi stessi ed essere concreti e operativi. La Leopolda è come uno specchio che ci costringe a ricordarci l'ideale della nostra giovinezza vogliamo cambiare l'Italia, non noi stessi».

«Farò al massimo due mandati». Ma per Matteo Renzi la Leopolda è stata anche l'occasione per un annucio: «Io al massimo faccio due mandati nello spirito della Leopolda. Al massimo arrivo al 2023».

La piazza e il Pd In serata in premier ha parlato anche della manifestazione della Cgil a Roma che ha riempito piazza San Giovanni: «Quando ci sono manifestazioni come queste non c'è da dire nulla ma ascoltare una piazza bella, importante. Ci confronteremo, ascolteremo ma poi andremo avanti, non è pensabile che una piazza blocchi paese», ha detto al Tg3. Quanto al Pd, ha sottolineato come esso sia composto da «due anime diverse ma rispettabili, un grande partito ha il dovere di avere opinioni diverse. Io sono stato minoranza e non sono scappato e poi quando ho vinto il congresso le parti si sono invertite. Ascolto e rispetto chi era in piazza a manifestare».

«Il confronto non è mai mancato, continueremo a farlo, c'è una bellissima domanda di partecipazione. Qua si accapigliano su questioni importanti come la riforma della scuola o il fisco e il lavoro, su come creare occasioni per i posti di lavori, che non si creano con le manifestazioni, ma con ambienti e imprese capaci di farlo», ha aggiunto. «Il Pd ha preso il 40 % e lo ha fatto perché le persone che andavano in tv a far polemica sono state messe ai lati. Abbiamo bisogno di un Pd che sappia discutere di idee diverse. Io voglio un Pd che vinca, quello che succederà alle prossime elezioni».

Ieri 2.500 partecipanti. È stato reso noto il dato ufficiale dei partecipanti alla prima giornata della quinta edizione della Leopolda. Le presenze registrate ieri sono state oltre 2.500, nell'arco temporale dalle 19 alle 24. Oggi, seconda giornata, i padiglioni della Leopolda sono affollati come non mai, ma gli organizzatori ancora non si sbilanciano sui numeri.

Il tavolo degli esodati Un gruppo di esodati con magliette blu con la scritta bianca «Esodati ma non salvaguardati» sono tra i 100 tavoli «cercando l'opportunità - come loro stessi hanno spiegato - di incontrare Renzi per chiedergli soluzioni alla nostra situazione». «Facciamo parte delle migliaia di esodati rimasti senza alcuna tutela, che, puramente per una questione di paletti normativi, non possono avere risposte alla propria condizione - ha spiegato Claudio, venuto a Firenze da Novara - siamo qui perchè è stato detto che invece alla Leopolda le risposte si possono trovare: e noi crediamo che sia possibile, abbiamo studiato le regole, i fondi ci sono, basta solo sbloccare i paletti che erroneamente sono stati messi».

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