Massacrato dai bulli, ragazzo di 14 anni chiede di morire in riva al mare dopo 16 mesi di sofferenze

Antonio de Jesus Lopez Monje
di Federica Macagnone
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Venerdì 6 Marzo 2015, 18:45 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 16:18

Antonio de Jesus Lopez Monje non ce l'ha fatta. A 16 mesi dal brutale pestaggio è morto a 14 anni in un letto nella casa della nonna. In riva al mare,

così come aveva desiderato.

A ucciderlo è stato un gruppo di bulli che si è scagliato contro di lui all'uscita da scuola nella città di Amozoc, in Messico.

Senza un apparente motivo lo hanno pestato a calci e pugni e lo avevano lasciato a terra.

Trasportato in ospedale, per i medici è stato subito chiaro che le condizioni del ragazzo erano disperate: con un grave danno cerebrale e un enorme ematoma alla testa, Antonio è entrato in coma poco dopo il ricovero.

Ne è uscito solo dopo un intervento chirurgico, ma con ferite profonde nel corpo e nel cuore: Antonio aveva perso metà dei suoi ricordi, il danno cerebrale gli aveva paralizzato metà del corpo e aveva perso il 60% della vista. Un calvario che è passato attraverso 9 operazioni, alla fine delle quali le speranze di ridare una vita normale ad Antonio si erano sempre più affievolite.

«Per tanto tempo ci siamo aggrappati alla speranza che sarebbe uscito dall'ospedale e sarebbe tornato a casa – ha detto Roberto, il papà del ragazzino - Ma quando abbiamo sentito che la sua condizione peggiorava e preoccupava sempre di più, abbiamo iniziato a credere che tutto l'aiuto dei dottori non lo stava aiutando». E così, contro il parere dei medici, hanno portato via il figlio dall'ospedale per esaudire il suo desiderio: andare in riva al mare. «Voleva sentire le onde e l'odore della brezza marina, toccare la sabbia – ha continuato il papà - così alla fine abbiamo deciso di farlo uscire».

Antonio è andato ad abitare con la nonna a Ensenada, una città costiera nel nord-ovest del Messico. Tre mesi in riva al mare, il suo ultimo desiderio. Poi è morto.

«Per colpa di questo attacco insensato abbiamo perso la cosa più preziosa, nostro figlio - ha concluso Roberto - Mi auguro che gli individui che hanno fatto questo al mio bambino possano marcire all'inferno».

Per l'attacco ad Antonio sono stati denunciati sette ragazzi: adesso sono in attesa di un processo per omicidio.