Obiettivi divergenti/ Ma l’alleanza contro la jihad sta nascendo su basi fragili

di Alessandro Orsini
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Venerdì 27 Novembre 2015, 00:02
Per scuotere la politica estera delle potenze occidentali era necessario che l’Isis colpisse nelle nostre strade. Era chiaro, ma eravamo troppo atterriti per vederlo. Ora che Parigi si presenta ai nostri occhi ricoperta di rosso, Hollande corre, trascinando gli alleati.
Quando, tre giorni dopo la strage di Parigi, in occasione del G8 ad Antalya, Obama ha dichiarato che non avrebbe modificato la sua «strategia del contenimento» contro l’Isis, che si basa sui bombardamenti aerei, Hollande ha chiuso gli occhi per un istante e ha visto il Bataclan. Ma, soprattutto, ha visto che il tempo europeo ha iniziato a correre più velocemente di quello americano perché, da tempo, l’Europa non ha più tempo.
I terroristi sono tra noi e i numeri ci impongono due verità. La prima è che l’Isis è cresciuto. La seconda è che Obama ha sbagliato a credere che l’Isis poteva essere «contenuto», principalmente, attraverso i bombardamenti aerei. Non è un fatto trascurabile. È un fatto enorme, visto che tutto quello che ha fatto la coalizione occidentale contro l’Isis, almeno finora, si è basato sulle idee di Obama.
Guardiamoli, i numeri. Dal primo settembre 2014 fino al giorno della strage di Parigi, la coalizione americana ha effettuato 8000 incursioni aeree, senza arrestare l’autoproclamato Stato Islamico che stabiliva province ufficiali in Egitto-Penisola del Sinai, Libia, Algeria, Nigeria, Afghanistan, Pakistan, Arabia Saudita, Yemen e nord del Caucaso. Oltre a colpire in altri Paesi, come il Libano, la Turchia e la Tunisia. Ciò significa che lo Stato Islamico, uscito dai suoi confini, si è esteso, anziché restringersi. Altri dati si aggiungono a demolire la strategia del contenimento di Obama. Dall’inizio di quest’anno, fino alla strage di Parigi, l’Isis ha ucciso mille persone al di fuori dei propri confini. L’Isis non è stato «contenuto» ed è diventato una minaccia globale.
Ecco perché Hollande è riuscito a ottenere il sostegno della Merkel, che ha deciso di inviare i tornado tedeschi in Siria con il compito di svolgere attività di sostegno e di intelligence al fianco dei francesi. Ecco perché ha ottenuto il sostegno di Cameron, il quale si è impegnato a chiedere al Parlamento l’approvazione dei bombardamenti in Siria per onorare Parigi. Ma come farà Hollande ad avvicinarsi a Putin, senza allontanarsi da Obama?
Putin vede nella strage di Parigi un’occasione irripetibile per rompere il blocco americano anti-Assad, e non vuole perderla. Certo, vi è anche una questione di orgoglio personale. Obama afferma di avere messo in piedi una coalizione di sessanta Stati e irride Putin che può contare soltanto sull’Iran. Sottrargli la Francia sarebbe un grande successo, ma, in cambio di aiuto, i russi chiederebbero ai francesi di accettare la spartizione di fatto della Siria, sotto la presidenza di Bassar al Assad.
Ove nascesse, questa “strana alleanza” poggerebbe su grandi pilastri di sabbia. Mentre parlava con Hollande, Putin ordinava ai suoi uomini di piazzare in Siria il sistema missilistico S-400, presso la base aerea Hemeimeem, per abbattere, se necessario, gli aerei della Turchia, novella “cacciatrice” di caccia russi. Se accadesse, e potrebbe accadere, la Turchia chiederebbe di essere difesa dalla Nato, di cui la Francia è parte.
Incalzato dai terroristi, Hollande corre e trascina, e correndo e trascinando perde lucidità. Due attentati terroristici devastanti in nove mesi tolgono il respiro e fanno barcollare. E altri ne verranno, dice l’Isis. Né Hollande è aiutato dall’ondata di nazionalismo che esige di agire subito, anziché ragionare. Il giorno prima degli attentati contro Parigi, circa 300 persone al giorno chiedevano di essere arruolate nell’esercito francese. Da quando Hollande ha dichiarato che la Francia è in guerra, sono diventate 1.500.
Le immagini degli aerei francesi che bombardano l’Isis sono diventate virali su internet e i ragazzi che compilano le applicazioni per essere arruolati nell’aviazione sono passati da 200 a 800 al giorno, mentre la polizia nazionale francese ha visto aumentare il numero degli applicanti da 1.500 a 4.500. La spesa militare della Francia, che aveva raggiunto i 42 miliardi di euro lo scorso anno per operazioni militari, armi, reti di sorveglianza e altri supporti, crescerà di altri 600 milioni di euro nel prossimo anno, ha detto il ministro della Difesa Michel Sapin. L’esercito francese, che è già il più grande d’Europa, assumerà 10.000 reclute quest’anno e altre 15.000 il prossimo.
La Francia, che accorre a bombardare è consapevole che sarà bombardata. Ecco perché Hollande corre e trascina e, correndo e trascinando, non vede la sabbia di quei grandi pilastri.