Alla vigilia della scadenza del termine per un accordo sul nucleare, funzionari iraniani mettono in dubbio il successo delle trattative rimettendo in discussione uno degli elementi critici dell'accordo: la disponibilità di Teheran al trasferimento in Russia del proprio combustibile nucleare.
Lo riporta il New York Times. «L'esportazione di scorte di uranio arricchito non è nel nostro programma e non intendiamo inviarle all'estero», ha dichiarato Abbas Araghchi ai media iraniani.
Secondo quanto riferisce il NYT, funzionari occidentali confermando l'esitazione dell'Iran sul trasferimento del carburante, insistono che ci sono altri modi di trattare con il materiale.
Se si dovesse giungere a un accordo che consente a Teheran di mantenere il carburante, l'amministrazione Obama potrebbe sostenere che questo non sarebbe un rischio, particolarmente se potrà essere ispezionato. Finora, in virtù di un accordo interinale negoziato nel 2013, l'Iran ha rispettato pienamente i rigorosi processi di ispezione per le scorte del suo carburante, riferisce l'Agenzia internazionale per l'energia atomica. Non è chiaro quale forma prenderebbe il carburante se dovesse rimanere in territorio iraniano.