Flop servizi, Salah già schedato a giugno

Flop servizi, Salah già schedato a giugno
di Francesca Pierantozzi
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Venerdì 27 Novembre 2015, 10:03
PARIGI - La minaccia non è più quella di attentato imminente a Bruxelles, l'allerta è passata da 4 a 3, si ricomincia a circolare, riapre la metro, eppure nessun terrorista è stato arrestato, nessuna cellula smantellata. In circolazione ci sono sempre Salah Abdeslam, Mohamed Abrini, e poi altri jihadisti - dieci, come dicevano ieri? - o forse di più, pronti a entrare in azione.
Nella lista di soggetti pericolosi che era stata stilata dall'Ocam, l'osservatorio belga per l'analisi della minaccia terrorista, figuravano Abdelhamid Abaaoud, la mente degli attentati di Parigi morto nell'assalto di Saint Denis, Ibrahim Abdeslam, il kamikaze del boulevard Voltaire, figurano Salah Abdeslam e Mohamed Abrini, i due in fuga, ma ci sono anche altri 81 nomi.

La lista fa parte degli elenchi «informativi» che da quasi un anno l'Ocam in via, aggiornandola ogni due mesi, ai borgomastri e ai capi delle polizie locali. I nomi dei fratelli Abdeslam e di Abrini erano stati inseriti a giugno. Abaaoud risulta invece partito in Siria e non rientrato, come pure Abrimi, avvistato invece con Salah l'11 e il 12 novembre tra Parigi e Bruxelles. Nella lista ci sono alcuni «predicatori», altri «forse morti in combattimento», ma la maggior parte, decine di individui, sono stati segnalati perché partiti in Siria, di molti è annotato anche il ritorno in Belgio. Dove sono?

LE PERQUISIZIONI
Ieri le teste di cuoio hanno circondato un quartiere di Verviers, lo stesso della famosa cellula «telecomandata» da Abaaoud e smantellata subito dopo gli attentati di gennaio. Allora due terroristi erano rimasti uccisi, ma Abaaoud era riuscito a sfuggire alla polizia. Ieri di nuovo grossa operazione. La polizia cercava un «sospetto legato agli attentati di Parigi», ma dopo qualche ora di strade boccate e quartiere blindato niente di fatto: l'uomo si troverebbe in Marocco. Altre perquisizioni anche a sud, a Sambreville. Qui invece la polizia cercava soprattutto armi e esplosivi. Ma di nuovo: niente.

GLI “INCARICHI”
Se il ruolo di Abrini negli attentati di Parigi resta tutto da determinare (potrebbe anche non essere stato presente in Francia il 13 novembre), di sicuro non è distante da cellule attive in Belgio. Secondo la tv belga Rtbf, Abrini era stato per poco più di un anno uno dei soci di un salone di parrucchiere al numero 3 della rue Ransfort a Molenbeek , proprio accanto all'appartamento in cui aveva abitato Ayoub El Khazzani, l'uomo del fallito attentato sul Thalys Amsterdam-Parigi. Secondo la stampa belga, Abrini e El Khazzani frequentavano la stessa moschea.
Nella Bruxelles in stato d'assedio, un'allerta c'è stata ieri anche alla grande moschea, nel parco del Cinquantenario, a poche centinaia di metri dalle istituzioni europee. La moschea è stata evacuata dopo il ritrovamento di diverse buste contenenti una «polvere sospetta». Undici persone, tra cui due poliziotti, sono state sottoposte a decontaminazione in modo preventivo, anche se le prime analisi di laboratorio non hanno rivelato nessuna pericolosità.

IL GIORNO DEL LUTTO
In Francia oggi è il giorno del lutto e del raccoglimento, con la grande cerimonia nazionale all'Hotel des Invalides di omaggio alle vittime delle stragi. Ma non tutte le famiglie saranno presenti: alcune hanno respinto l'invito di Hollande in segno di protesta contro uno stato che, nonostante il tragico avvertimento degli attentati di gennaio, non ha saputo proteggere i suoi cittadini. Jean-Marie Peretti, giornalista e membro di Reporters sans Frontières, padre di Aurélie, morta al Bataclan, ha denunciato che all'ingresso del concerto «non c'era stato nessun controllo». Sul fronte dell'inchiesta per ora silenzio. Resta il mistero dei kalashnikov «spariti», che avrebbero dovuto avere i terroristi barricati nel covo di Saint Denis: Abaaoud, sua cugina Hasna, e il terzo uomo non ancora identificato. Nell'appartamento, è stata ritrovata soltanto una pistola calibro 8, gli AK47, scomparsi.