Concordia, chiesti 26 anni e 3 mesi di carcere. Il pm: «Incauto idiota, Dio abbia pietà di lui»

Concordia, chiesti 26 anni e 3 mesi di carcere. Il pm: «Incauto idiota, Dio abbia pietà di lui»
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Lunedì 26 Gennaio 2015, 12:42 - Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 10:57

La procura ha chiesto al tribunale di condannare Francesco Schettino a 26 anni di reclusione e a tre mesi di arresto per il naufragio della Costa Concordia che causò 32 morti all'isola del Giglio il 13 gennaio 2012. La richiesta è stata formulata dal pm Maria Navarro al termine della requisitoria.

«Dio abbia pietà di Schettino, perchè noi non possiamo averne alcuna»: così il pm Stefano Pizza ha concluso la sua parte di requisitoria al processo sul naufragio della Costa Concordia dopo aver elencato le colpe attribuite all'imputato.

Il pm Maria Navarro ha formulato la richiesta di 26 anni di reclusione cumulando i reati di omicidio e lesioni colposi (reato più grave la morte della bambina Dayana Arlotti, 14 anni), di naufragio colposo (9 anni), abbandono di incapaci e della nave (delitti dolosi), 3 anni.

La richiesta di tre mesi di arresto, su cui la procura invita il tribunale a decidere, è invece relativa alle contravvenzioni di omesse e false dichiarazioni all'autorità marittima. Richieste, tra le pene accessorie, anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e quella dalla professione per 5 anni e 6 mesi.

Il pm Maria Navarro ha ino,tre chiesto l'arresto per Francesco Schettino per evitare «il pericolo di fuga nelle more del processo». Il pm, nella sua richiesta al tribunale, ha anche detto che Schettino dispone di una casa in Svizzera e che ha molte relazioni all'estero.

Francesco Schettino «non merita il riconoscimento delle attenuanti generiche» e la condanna per i reati di omicidio, lesioni e naufragio colposi, vista la gravità, deve prevedere «un quantum prossimo ai massimi edittali previsti dalla legge», per gli altri reati (omessa comunicazione all'autorità e abbandono di nave) la pena deve essere quanto meno «su valori medi» edittali. Lo ha detto il pm Maria Navarro nella requisitoria al processo sulla Costa Concordia.

Anche se Francesco Schettino è incensurato, «il giudizio non è positivo circa la capacità di delinquere» e, tra ciò, «l'aver voluto fare un favore a un capo cameriere che gli aveva chiesto di passare vicino all'isola dove vivono la madre e la sorella» e aver voluto «fare una bravata per gli amici passando a pelo di scoglio al Giglio», cioè «futili motivi» che «ne fanno l'unico responsabile» del naufragio della Costa Concordia e delle conseguenze. Lo ha detto nella requisitoria il pm Maria Navarro.

Il pm ha quindi aggiunto che «non possono trascurarsi i motivi personali che lo hanno indotto a ritardare l'emergenza generale per cercare di salvare la sua personale posizione».

«Ingiustificabile e ignominiosa fuga dalla nave di Schettino», e «solo per la Provvidenza il naufragio della Costa Concordia causato da Schettino non si è trasformato in un'ecatombe»: questi altri giudizi del pm Maria Navarro. Nell'attribuire le pene alle diverse responsabilità di Schettino, il pm ha anche detto che «ci vuole molta ipocrisia per dire che fu colpa della manovra errata del timoniere». Schettino, ha aggiunto il pm Maria Navarro, «non ha mai ammesso una qualche responsabilità, ha solo detto in dibattimento di avere una quota di responsabilità, senza dire sui vari punti quali colpe e, anzi, ha ventilato l'ipotesi di denunciare per calunnia i suoi ufficiali». Lo stesso pm ha evidenziato che Schettino «al dibattimento si è rimangiato, ha rinnegato, le parziali ammissioni» di colpevolezza intercettate nella caserma dei carabinieri di Orbetello (Grosseto).

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