Tiburtina, ecco il centro profughi: il palazzo in via Masaniello ospiterà cento migranti

Tiburtina, ecco il centro profughi: il palazzo in via Masaniello ospiterà cento migranti
di Laura Bogliolo
3 Minuti di Lettura
Lunedì 29 Giugno 2015, 21:53 - Ultimo aggiornamento: 30 Giugno, 00:11
Un tempo ospitava i ferrovieri viaggianti, a breve sarà il primo centro per transitanti nella Capitale. Oggi Rete Ferroviaria Italiana consegnerà al Comune le chiavi dell’ex Ferrhotel Tiburtina: la palazzina di tre piani in via Masaniello da cento posti ospiterà parte dei profughi che nelle prime settimane di giugno si erano ammassati nel piazzale dove partono i pullman per il nord. Bloccati nella capitale per la chiusura delle frontiere, così come è accaduto a Milano, Bergamo e Ventimiglia. La struttura è stata data in comodato d’uso gratuito da Ferrovie dello Stato al Comune che ha il compito di ristrutturarla. «Impiegheremo trenta giorni lavorativi per metterla a norma - spiega Maurizio Pucci, assessore ai Lavori Pubblici - affronteremo la spesa di 150 mila euro con fondi straordinari dell’amministrazione per l’emergenza».



IL FLUSSO Nel centro verranno ospitati i migranti di passaggio nella Capitale che per settimane erano rimasti accampati in strada, a ridosso del Verano. Avevano dormito anche nei cortili dei palazzoni popolari della zona, a ridosso di via Adalberto scatenando la protesta dei residenti. Poi il 12 giugno, il tavolo d'emergenza convocato dal prefetto Franco Gabrielli e la firma del protocollo con l'assessore alle Politiche Sociali Francesca Danese e Ferrovie dello Stato per cercare una soluzione al flusso di profughi e l’individuazione della struttura in via Masaniello. Dal 13 invece è in funzione la tendopoli allestita dalla Croce Rossa dietro la stazione ferroviaria, sul versante est, lato Pietralata. Una sistemazione definita più volte «provvisoria» dal Comune dove attualmente dormono 170 profughi.







IL QUARTIERE «È un passaggio fondamentale di un nuovo modello di accoglienza» ha commentato l’assessore Danese. La palazzina infatti non sarà un vero centro di accoglienza, ma un luogo dove ospitare in situazione d’emergenza migranti non identificati che non vogliono restare in Italia, ma raggiungere il nord Europa. Non è ancora chiaro chi gestirà la struttura. Al momento si parla di associazioni di volontariato.



Resta comunque il malumore tra i residenti che il 18 giugno sono scesi in strada per protestare contro il degrado della zona e contro il progetto del centro per transitanti. «Abbiamo già il centro Baobab di via Cupa - dice Lorenzo Mancuso del Comitato cittadini stazione Tiburtina - non siamo razzisti, ma si dovrebbe trovare un’altra sistemazione. Siamo pronti - aggiunge - a manifestare di nuovo quando la struttura di via Masaniello verrà aperta».



«Siamo esasperati - dice Nella Vecchia, dell’associazione Rinascita Tiburtina - abbiamo già la nostra quota di immigrati nella struttura di via Cupa, il municipio è tanto grande, perché proprio al Tiburtino?».



LA TENDOPOLI Il flusso di profughi, arrivati fino a 900, è diminuito nelle ultime settimane. «Nella tendopoli ci sono 170 persone, nel centro Baobab altre 150 - fa sapere Flavio Ronzi, presidente provinciale della Croce Rossa - partono dopo pochi giorni». Nella struttura sono arrivati anche gli aiuti di Save the Children, le Acli e di altre realtà del volontariato. La Croce Rossa chiede a Comune e Prefettura di accelerare i tempi per l’accoglienza in via Masaniello o comunque per una soluzione strutturata.



«La tendopoli è una soluzione temporanea e di emergenza, 50 volontari sono impegnati nell’assistenza - conclude Ronzi - continuiamo a ricevere aiuti dai cittadini, ma quanto può durare l’assistenza volontaria?».
© RIPRODUZIONE RISERVATA