Piano anti-buche, anche una caserma a chi rifà le strade

Piano anti-buche, anche una caserma a chi rifà le strade
di Simone Canettieri e Lorenzo De Cicco
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Sabato 31 Gennaio 2015, 22:45 - Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 00:15
Parte dal civico 11 di via Montecatini, dietro via del Corso, il piano anti-buche del Campidoglio, che prevede di scambiare gli immobili comunali sfitti con opere pubbliche, a cominciare dal rifacimento delle strade. La storica caserma dei vigili urbani, ormai in disuso, è il primo nome nella lista a cui sta lavorando l’assessore ai Lavori pubblici, Maurizio Pucci. Il secondo è quello della vecchia sede dell’ex Municipio V, su via Tiburtina. L’elenco potrebbe allungarsi già da domani, quando è in programma una riunione tra Pucci e gli esponenti della maggioranza che fanno parte delle commissioni Patrimonio e Lavori pubblici.

LA DELIBERA

Il punto di partenza è la proposta di delibera, al vaglio dell’Assemblea capitolina, che «prevede di alienare circa 300 milioni di euro di edifici». Una parte di questi immobili, nel progetto di Pucci e del sindaco Marino, sarà «scambiato con lavori pubblici». Una procedura consentita dall’articolo 53 del codice appalti «su cui stiamo procedendo con le verifiche tecniche», spiega l’assessore. Di certo il meccanismo immaginato dal Comune permetterebbe di velocizzare le pratiche, saltando diversi passaggi burocratici. Ma anche di fare gare al rialzo con gli immobili da dismettere come corrispettivo: ad aggiudicarsi l’intervento sarà chi, di volta in volta, riuscirà a offrire più lavori in cambio.

Per discutere quali immobili inserire nella lista degli edifici da destinare allo “switch”, si è svolta una prima riunione della maggioranza giovedì scorso, dove si è parlato di due ipotesi. La prima è la vecchia caserma della polizia locale a via Montecatini, a due passi da via del Corso, nel cuore di Roma.



L’EX QUARTIER GENERALE

Si tratta di uno stabile abbandonato da circa tre anni, ormai non più utilizzato dal Corpo dei vigili urbani, tanto che nel 2011 si parlò di una possibile ristrutturazione per poi utilizzarlo come sede di altri uffici capitolini. L'immobile invece è stato inserito dall’amministrazione comunale nella delibera 88/2013 e quindi oggi sarebbe comunque destinato a essere venduto a operatori privati. Se venisse invece incluso nella lista degli edifici sfitti da cedere in cambio di lavori, il Comune stima di ricavarne almeno 2-3 opere pubbliche di rilievo. Non solo il rifacimento del manto stradale, insomma. Ma vere e proprie riqualificazioni. C’è già chi parla, nei corridoi di Palazzo Senatorio, di possibili destinazioni del ricavato della vendita: per esempio via Marsala, accanto alla stazione Termini, che ha bisogno di un intervento di ristrutturazione economicamente rilevante.



LA CIRCOSCRIZIONE

L’altro nome di cui si discute in questi giorni in Campidoglio è quello della sede dell’ex Municipio V (oggi IV) in via Tiburtina. Della lista dovrebbero fare parte poi una serie di negozi comunali rimasti sfitti da anni, anche se non tutti gli immobili sono immediatamente disponibili. Non dovrebbero invece essere inclusi nell’elenco gli appartamenti di tipo residenziale.



LE TARGHE

Il piano del Comune prevede poi che tutti gli immobili ceduti vengano in qualche modo celebrati. Come? Una volta terminati i lavori, nelle strade che verranno risistemate, saranno installate delle targhe celebrative per i palazzi e degli esercizi commerciali messi in vendita.



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