CACCIATORE DI MAFIOSI
Il «cacciatore di mafiosi» come è stato soprannominato a Palermo per aver arrestato decine di latitanti, tra cui i responsabili delle stragi del 1992 che causarono la morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino di cui domani ricorre un anniversario, continua a combattere in prima linea la criminalità organizzata sul mare di Roma. «Sappiamo che l'assessore gira con la pistola», ha raccontato, spaventata, una delle dipendenti del municipio. La guerra ai clan e la lotta per il libero accesso al mare sono le priorità del neo delegato dal sindaco Marino per riportare la legalità a Ostia.
«Sono un magistrato e ho il porto d'armi», è la replica seccata di Alfonso Sabella. E sulla difesa personale già scoppia la polemica, soprattutto se sia opportuno o meno recarsi nelle sedi istituzionali armati. L'ultimo episodio è accaduto in municipio pochi giorni fa. Sono stati proprio alcuni dipendenti comunali a far notare all’assessore delegato che non era il caso di far intravedere l'arma riposta nella fondina ascellare durante una riunione nell'aula consiliare. «Lui adesso è un politico- tuona Giulio Notturni, consigliere della Lista Marchini prima dello scioglimento del consiglio- perché si deve presentare in municipio con la pistola?
Se teme per la sua incolumità chiedesse le dovute garanzie a chi di dovere, ma non credo si debba muovere nelle sedi istituzionali armato come uno sceriffo».
LA DIFESA
Matteo Orfini, commissario del Pd di Roma, commenta: «Sabella ha sempre girato armato per via del suo lavoro da pm, ora si trova in un contesto molto complicato, dove la mafia e i deliquenti si sono infiltrati. Gli organi competenti vista la sua sovraesposizione devono valutare se concedergli la scorta, così come è stata offerta a Marino». Proprio il sindaco nei giorni scorsi[/FORZA-RIENTR] ha firmato una proposta di legge per la difesa civile non armata e nonviolenta.
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