Madonna, la furia della regina pop: a 56 anni torna in pista con un nuovo album

Madonna, la furia della regina pop: a 56 anni torna in pista con un nuovo album
di Marco Molendini
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Martedì 3 Marzo 2015, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 6 Marzo, 21:03
Lady Ciccone ci rifà e la ricetta si può riassumere in una sola parola, anzi due: scandalo e polemiche. È la strategia che per un trentennio l'ha incoronata regina del pop, maestra di stile (ovvero del farsi largo senza stare a badare troppo al sottile), capofila di una schiera di giovani baldanzose che, senza di lei, non avrebbero mai avuto il coraggio di farsi notare a colpi di natiche. C'è, però, un problema: il tempo passa.







Prendiamo il nuovo disco, Rebel Heart, album arrembante, prodotto con dispiegamento di mezzi e collaborazioni (Diplo, Avicii, Blood Diamonds, Toby Gad, Nas, Kanye West), tentativo di rialzare le quotazioni dopo gli ultimi due episodi discografici non esaltanti. Ha l'irrimediabile difetto di ripresentare con sfacciata insistenza tutto l'armamentario madonnesco ma, quello che viene sbandierato come trasgressivo e innovativo, è ormai abusata consuetudine.



Ma forse Madonna lo sa e, per questo, ha messo in piedi un tour promozionale devastante, alimentato da provocazioni fatte per suscitare scalpore: l'accusa di antisemitismo alla Francia, la dichiarazione di aver consigliato (brava mamma) alla figlia Lourdes di usare le droghe con moderazione e di non mischiarle all'alcol, la caduta rovinosa di giorni fa che diventata un boom sui social network, l'esibizione con deretano in vista ai Grammy.



LE ACCUSE

Formidabile agente di se stessa, l'intraprendente signora Ciccone è riuscita a rivoltare le accuse trasformandosi in paladina dell'emancipazione anagrafica femminile: «Pretendere che le donne di una certa età non si debbano più comportare in un certo modo è sessista, razzista. Nessuno farebbe un commento degradante sui neri o i gay. Ma chiunque può dire qualcosa di offensivo sulla mia età» è il suo grido di battaglia. E lo strumento di rivendicazione, bonta sua, se lo porta dietro, è il suo derrière palestrato, esibito ai grammy: «Se devo essere io a dire alle donne che possono essere affascinanti anche nei loro 50 e 60, ecco qua come può essere il c... di una cinquantaseienne». Evviva, le vie dell'emancipazione sono infinite.



Fierezza e sfacciataggine. Più il bisogno di misurare carisma e fascino di una donna rimasta sola dopo la rottura col suo toyboy Timor Steffens («si, sono single», ammette). Insomma, è l'ora di giocare il tutto per tutto, con una carta di riserva pronta: «Se le cose non vanno potrei fare l'attrice a tempo pieno, uscire sul palco, sorseggiare un drink e parlare della mia vita raccontando cose buffe».



L’ALBUM

Il disco esce il 9 marzo, ma è ampiamente ascoltabile sul web (e non solo perché in parte è stato leakkato). Quanto alla promozione, in questi giorni ha toccato l'Italia, dove Madonna si è presentata in tv dopo 15 anni (a Che tempo che fa che va in onda domenica) e ha accettato di tornare a cantare dove subì dieci anni fa un pesante smacco: a Torino, il 21 novembre al PalaAlpi, in un tour di 35 date che partirà da Miami il 29 agosto. Sarà la prova del fuoco di che cosa ancora è capace.



Dal vivo dovrà contare sugli evergreen, perché l'abbondante menù di Rebel Heart (25 pezzi nell'edizione de luxe, 14 in quella classica) è un altro viaggio nei luoghi comuni della dance un tanto al metro, fra loop ipnotici, frasi che vogliono dire tutto e niente insieme, la retorica dello sballo sbandierata e calmierata da consigli da (vecchia) zia (in Devil Pray informa che le droghe fanno male), un po' di sacro e profano (nella mediocre Holy Water fa l'elogio del sesso orale, con un coro che canta: «puttana, via dal mio batacchio»), qualche rammarico autobiografico (nella ballata Heartbreak City pare riferirsi al suo matrimonio fallito) e un po' di superego (nella non memorabile Veni, vidi, vici da Giulio Cesare del pop proclama: «Ho fatto vedere le mie chiappe e l'ho fatto con un sorriso»).



Infine c'è un nostalgico intervento rap di Mike Tyson (in Iconic) che racconta (o gli fanno raccontare) di essersi ispirato allo stile declamatorio di Mussolini. La povertà musicale, salvo eccezioni (Devil Pray, Living for Love), fa il paio col vuoto dei contenuti e fa risaltare il tentativo di stare al passo con le giovanotte alla Miley Cyrus che si sono impadronite della scena grazie alla loro sfrontatezza. Quanto a Lady Gaga, Madonna sembra chiederle un patto: «Ho un piano per fare azzittire tutti» proclama e spiega: «L'ho criticata quando mi sono sentita rapinata di una mia canzone, ma ha talento e questo mondo cerca sempre di mettere le donne una contro l’altra».
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