Instagram, lo scatto del nuovo glamour: come il social fotografico ha cambiato la moda

Instagram, lo scatto del nuovo glamour: come il social fotografico ha cambiato la moda
di Francesca Pierantozzi
3 Minuti di Lettura
Giovedì 3 Settembre 2015, 22:37 - Ultimo aggiornamento: 5 Settembre, 11:49
La moda vive ormai dentro una cornicetta bianca. Da cinque anni, da quando Instagram ha insegnato a concentrare il mondo in un quadratino dove sentimenti e gusti si esprimono senza parole, ma con filtri, contrasti e sfumature, il lusso e lo stile non sono più gli stessi. Poco importa se da qualche settimana la possibilità di postare rettangoli ha rivoluzionato quelle che sembravano essere proporzioni immutabili, il format Instagram ha cambiato la moda, chi la guarda, chi la indossa e chi la fa. Il fattore «i», ha provocato capovolgimenti di stili, se non nella lunghezza degli orli o nella forma delle giacche, nel modo di sentire la moda, di trasmetterla e di pensarla.



MARKETING

Considerato il più «intimo» dei social, il più refrattario al marketing (almeno quello tradizionale), Instagram ha sdoganato il lusso, annientando il concetto di esclusiva, ha fototrasportato sulle passerelle una forma di autenticità, spesso di ironia. Per i grandi marchi, «invitare le persone a seguire un conto Instagram è diventata un'altra maniera di pensare il marketing, la possibilità di mostrarsi diverso, sotto un'altra luce» ha spiegato Anne-Flore Maman Larraufie, direttrice dello studio di consulenza SémioConsult e docente all'Essec, importante scuola francese di Commercio. Se usata in modo intelligente, Instagram «consente non di vendere un marchio, ma di veicolare il suo universo, un'atmosfera, un lifestyle». Questo naturalmente quando a postare è chi sta al di là: le Maison, gli stilisti, i fotografi, le modelle. Chanel, Prada o Burberry contano milioni di followers, come Heidi Klum o Lana Del Rey.



Troppo istantaneo, troppo soggettivo Instagram per scendere a patti col commercio puro e semplice. Il compito di vendere e fare profitti è lasciato a altri social più prosaici, Facebook per esempio, dove ci si ritrova per seguire l'attualità del marchio di cui si è fan, mentre su Instagram ci sono soltanto follower. Nessun obbligo di dire sistematicamente «mi piace» e soprattutto nessuna necessità di parlare. Per questo la moda su Instagram, a differenza delle boutique o delle sfilate, non ha frontiere e ognuno, americano, giapponese, europeo che sia, potrà vederci quello che vuole. E se nel mondo reale Nicolas Ghesquière, direttore creativo da Louis Vuitton disegna linee rigorose e sperimentali, ripesca gli anni '70 o predilige il cuoio, su Instagram invece, lo stesso Ghesquière mostra l'angolo di una spiaggia, un'onda, la sua mano al timone di una barca in mare aperto.



TEMPISTICA

Come spiega sempre Maman Larraufie, «Instagram ha spezzato l'esclusività del lusso, la possibilità di avere un prodotto prima di tutti gli altri, come dimostrano i siti che diffondono le sfilate e consentono di acquistare all'istante. Instagram permette di ritrovare una certa forma di privilegio, di diventare un 'iniziato' che conosce talmente bene il marchio da poter capire il significato di un paesaggio» magari in mezzo all'album di una collezione primavera-estate.



Poi c'è chi sta al di qua, ci sono gli spettatori, i comuni mortali, i o le blogger che su Instagram sono capaci di dare il 'la' con un colore, un taglio, uno scorcio di cucina con tacchi e smalto. I creatori lo hanno capito, e da «seguìti» si mettono loro stessi a seguire i passanti delle tendenze. «La moda possiede qualcosa di istantaneo, di esclusivo, che solo la rete può tradurre immediatamente. I settimanali o i mensili non hanno i mezzi di pubblicare l'ultima informazione con altrettanta velocità» spiega Florence Müller, storica e insegnante all'Istituto francese della moda.



Impossibile fare una lista dei profili da seguire, anche perché l'«influenza» non si calcola a peso, in numeri di abbonati, ma, come assicura Amina Belghiti, responsabile dei partenariati da Instagram e Facebook, «in termini di dialoghi e scambi». Quello che importa è l'interazione dei followers con il conto, i commenti, la condivisione di foto.



I PIONIERI

Ci sono i pionieri, diventati punti di riferimento: la caustica Diane Pernet e la redattrice del New York Times Cathy Horyn. In Francia, fa ancora scuola Garance Doré, illustratrice, mentre in Italia svetta la regina Chiara Ferragni, Slanelle «instagramma» colori dolci che fanno belle alla retina mentre Coline ha creato n universo rock-bohème che ha ispirato ben al di là dei suoi followers. A Londra invece, si segnala Sammi, 24 anni e inarrivabile nel monitorare le tendenze dalla strada.
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