Gianni Petrucci, ex presidente Coni: «Sepp ha grandi responsabilità e adesso non avrà vita facile»

Gianni Petrucci, ex presidente Coni: «Sepp ha grandi responsabilità e adesso non avrà vita facile»
di Carlo Santi
3 Minuti di Lettura
Venerdì 29 Maggio 2015, 23:47 - Ultimo aggiornamento: 30 Maggio, 00:17
Gianni Petrucci è il dirigente italiano che vanta esperienze ovunque. Quattordici anni presidente del Coni, prima numero 1 della Federbasket, ruolo che ricopre anche adesso insieme all’incarico di sindaco di San Felice Circeo, segretario generale della Federcalcio della quale è stato anche commissario straordinario, vicepresidente della Roma calcio.



Presidente Petrucci, dall’inchiesta sulla Fifa emerge un calcio malato. È vero?

«Il calcio non è malato. Un movimento che muove una quantità ingente di soldi porta certe problematiche. Quando ci sono operazioni come questa è un bene».



Dove ci porterà questa vicenda?

«Servirà a fare chiarezza. Si stanno controllando gli ultimi venti anni e si dovrà mettere un punto. Mai, prima d’ora, c’erano stati arresti di persone così importanti e si parla di persone di tante nazioni».

Quali sono le responsabilità di Blatter?

«Devono essere accertate. Certo, quelle politiche già ci sono. E saranno una grande macchia. In ogni caso, dobbiamo essere garantisti e condivido quello che ha detto Platini».



Un dirigente che lei stima, vero?

«Michel è l’ideale successore di Blatter. Viene dal campo, ha esperienza e capacità. Sta facendo davvero bene con l’Uefa».



Blatter è alla guida della Fifa dal 1998: quattro mandati di fila e ora ha cominciato il quinto. Da noi, per il mondo dello sport vorrebbe limitare questo numero a due. È d’accordo?

«Dovrebbe esistere un limite. È anche vero che lo sport ha bisogno di consensi per arrivare ai vertici internazionali. Due mandati, però, li ritengo pochi».



Torniamo a Blatter. Nonostante lo scandalo, ieri è stato rieletto al vertice della Fifa.

«Era prevedibile. Il difficile comincia adesso: non sarà facile per lui gestire la Federazione».



Intanto, presidente Petrucci, i Mondiali di calcio del 2018 e del 2022 sono stati assegnati. Si svolgeranno in Russia e in Qatar?

«Dovranno esserci degli accertamenti. Oggi sono stati assegnati ma non si può escludere nulla. Questa è una disputa internazionale, è sceso in campo il numero 1 della Russia, arriveranno anche gli altri».



Che portata ha questo scandalo?

«Nasce sportivo, finirà politico».



Putin si è scagliato contro gli Stati Uniti che hanno fatto partire l’indagine.

«Lui difende l’assegnazione del Mondiale alla Russia».



Guardando al calcio italiano, anche qui i problemi non mancano: scommesse, scandali per i diritti tivù, curve chiuse, ultrà e una giustizia sportiva che non è sempre efficace.

«Il problema è diverso. È vero che in Italia ci sono tanti guai. La giustizia sportiva è lenta con i suoi provvedimenti? Forse, ma qualche decisione la prende. Altri, invece, no. Preferisco qualche critica a tempi lunghissimi».



In troppe partite si assiste a un’autentica guerra. Così non va, vero presidente?

«Il calcio è lo specchio del Paese. Gli episodi di violenza accadono fuori dagli stadi. Il calcio ha fatto passi avanti di fronte a certa delinquenza e non c’è un presidente di club che non abbia voglia di migliorare. Ma che responsabilità può avere una società davanti agli hooligans che arrivano dall’estero?».



Le scommesse sono un male dal quale non si vuole guarire. Come si deve intervenire?

«La cosa che mi stupisce è che dopo lo scandalo del passato c’è ancora qualcuno che non si arrende. È questione di cervello».



Il cittì della nazionale, Antonio Conte, ha chiesto di essere giudicato presto sul caso scommesse minacciando le dimissioni dalla nazionale. Cosa pensa?

«Non sarebbe corretto se intervenissi su questo argomento che riguarda il cittì della Federcalcio. Sono un presidente federale».



Dicevamo dell’Italia dove i problemi non mancano. Cosa pensa dell’operato di Carlo Tavecchio al vertice della Federcalcio?

«Tavecchio ha pagato con la sospensione le sue parole infelici in sede elettorale. Adesso sta lavorando bene per varare le riforme. È stato regolarmente eletto. Lasciamolo lavorare».



E lo scivolone di Felice Belloli con le sue affermazioni sul calcio femminile?

«Tavecchio non c’entra niente».



Chi dovrebbe intervenire?

«L’unico che ha il diritto-dovere di intervenire sull’operato delle Federazioni è il presidente del Coni. Ha il potere per farlo. Peraltro oggi il presidente del Coni ha un problema ancora più urgente che è quello dell’inserimento Istat che provoca grande disparità tra Federazione e Federazione. È un problema che dovrà essere risolto prima del prossimo anno».



Scusi, Petrucci, cosa pensa di Lotito, delle sue cariche e dalla sua presenza in Federcalcio?

«Lotito è una persona preparata e intelligente. È stato eletto ed esercita le funzioni che ha. Se si allarga o no, dovrà essere Tavecchio ad accertarlo».



Presidente, il 29 maggio di trent’anni fa c’è stata la strage dell’Heysel con 39 morti.

«Ricordo bene quel giorno: entravo in Federcalcio e appresi la notizia. Quel dramma deve essere di monito perché non accada mai più».

© RIPRODUZIONE RISERVATA