Le auto blu resistono (quasi) solo al Sud: in Sicilia sono il doppio che in Lombardia

Le auto blu resistono (quasi) solo al Sud: in Sicilia sono il doppio che in Lombardia
di Diodato Pirone
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Lunedì 30 Novembre 2015, 08:12 - Ultimo aggiornamento: 1 Dicembre, 09:31

La battaglia per la riduzione delle auto blu ora si sposta dai ministeri a Regioni e Comuni, da Roma alle mille province italiane della pubblica amministrazione. Lo prevede una bozza di accordo che il ministero della Funzione Pubblica tenterà di far firmare ai rappresentati delle amministrazioni locali fra qualche giorno quando sarà convocata la cosiddetta Conferenza unificata.

L’obiettivo del governo è chiaro: adeguare le amministrazioni locali agli standard strettissimi previsti per i ministeri e le amministrazioni centrali (Inps, Comandi delle Forze Armate, etc.), ovvero non più di cinque auto blu per le strutture più complesse, nessuna per quelle più semplici.

Se negli ultimi anni il numero delle auto blu è costantemente diminuito (i ministeri ne hanno perso altre 700 dall’inizio dell’anno), a livello locale la situazione è molto più variegata.

Secondo gli ultimi dati disponibili - che risalgono alla primavera dell’anno scorso - la fotografia della distribuzione di questo odioso (quando distribuito a pioggia) privilegio era la seguente: l’auto blu come status symbol è concentrata nel Mezzogiorno, sopravvive a macchia di leopardo nel Centro è quasi sparita (ma non dappertutto) nel Nord.

DISTANZE ABISSALI

Nelle sei regioni più meridionali (Sicilia, Calabria, Sardegna, Puglia, Basilicata e Campania) su 100 auto pubbliche - destinate a soddisfare tutti i servizi delle amministrazioni- si contavano fra 22 e 26 vetture ad uso esclusivo di alti papaveri. In Piemonte, Toscana, Emilia, Veneto e Friuli, invece, sempre fatto 100 il numero di auto pubbliche disponibili per ogni esigenza, quelle colorate in blu non superavano quota 5 per cento. Un livello praticamente fisiologico, a detta degli esperti. Ancora: in Sicilia ogni ente pubblico, dal Comune alle Asl, nel 2014 disponeva in media di due auto blu. Nel Nord, invece, il rapporto è ormai prossimo allo zero, nel senso che solo le strutture burocratiche più complesse si permettono ancora questo status symbol.

Poche cifre assolute fotografano le due Italie anche sul fronte del privilegio a quattro ruote e giustificano l’offensiva del ministero guidato da Marianna Madia: le auto blu degli enti locali erano ben 769 in Sicilia e 517 in Campania e solo 460 in tutta la Lombardia. E non si può non sottolineare che la Lombardia ha poco meno degli abitanti delle due regioni meridionali messe assieme.

In compenso gli enti locali lombardi disponevano di 6.600 auto di servizio contro le 2.100 analoghe vetture siciliane. Questo significa che nel Sud le auto riservate a politici e alti burocrati coprono una percentuale enormemente più alta del totale delle vetture pubbliche disponibili.

Un’ultima pennellata: nel 2013 le auto blu complessive in Italia sono diminuite di 900 unità. Ma ben 400 vetture sono state eliminate dai (pochi) ministeri romani mentre i dirigenti delle (molte) strutture pubbliche locali hanno rinunciato solo a 500 veicoli. Al primo marzo 2014 le auto blu dello Stato erano in tutto 1.600 (e ora sono abbondantemente sotto quota mille comprenmdendovi anche quelle del ministero della Giustizia che spesso sono ”obbligate” per motivi di sicurezza) contro le 4.614 delle amministrazioni periferiche. Ora la palla passa alla Conferenza Unificata.

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