Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fca

Fca, dopo lo scorporo del Cavallino
sul tavolo il dossier alleanze

  • condividi l'articolo

LONDRA - La svolta Ferrari decisa dal consiglio di amministrazione di Fiat Chrysler Automobiles premia ancora Exor, la holding della famiglia Agnelli che con lo spin off avrà quasi un quarto del capitale della casa di Maranello e diventerà quindi primo azionista singolo del gioiello del gruppo: il titolo a Piazza Affari continua la sua corsa e chiude con un +5,13% a 31,98 euro.

Si assesta Fca che, dopo il rally di ieri, cede lo 0,29% e si ferma a 8,57 euro, mentre perde lo 0,39% Cnh Industrial che chiude il terzo trimestre con ricavi in calo del 5,2%, a 7,7 miliardi di dollari e un utile netto di 162 milioni di dollari (113 milioni in meno), ma conferma i target indicati per il 2014. Il piano di rafforzamento patrimoniale annunciato da Fca ottiene il giudizio positivo dell'agenzia di rating Fitch per il profilo di credito del gruppo, anche se pesano le stime di un flusso di cassa negativo per tutto il 2016: i rating di lungo e breve termine restano a BB- e B e l'outlook stabile.

È il valore della Ferrari il tema al centro della discussione. Marchionne non si è sbilanciato, ha detto che deciderà il mercato e ha aggiunto che ci saranno sorprese. Il mercato si divide: se per gli analisti di Mediobanca il marchio di Maranello può valere intorno ai 9 miliardi di euro, quelli di Socgen sono più cauti e, partendo dai multipli di Porsche, si fermano a una valutazione vicina ai 6 miliardi di euro. Tra le questioni ancora sul tavolo la possibilità che si opti anche per la Ferrari per il meccanismo del voto multiplo olandese che permetterebbe a Exor di contare molto più del 24% detenuto e quindi di rafforzare il controllo.

Il giorno dopo le storiche decisioni del consiglio di amministrazione di Londra, Fiat Chrysler Automobiles appare più forte. La complessa operazione finanziaria messa in campo porterà risorse superiori ai 4 miliardi di euro: a rafforzare il capitale contribuiranno il prestito convertendo da 2 miliardi di euro, il collocamento da oltre 800 milioni, l'Ipo sul 10% di Ferrari e il dividendo straordinario che la casa di Maranello erogherà a Fca prima della quotazione.

Mezzi freschi che consentiranno di tagliare il debito cresciuto nel terzo trimestre e di sostenere il piano di investimenti 2014-2018 con il lancio dei nuovi modelli, ma danno anche maggiore solidità al gruppo in vista di future alleanze. Proprio la scelta del convertendo avrebbe il vantaggio di lasciare a Marchionne maggiore libertà d'azione in vista di una possibile fusione. È questo il prossimo fronte sul quale si aspettano le mosse dei vertici di Fca. Il presidente John Elkann e Sergio Marchionne hanno spiegato che il gruppo è pronto a giocare un ruolo di primo piano nello scacchiere internazionale anche perchè l'obiettivo del piano è arrivare a 7 milioni di auto vendute nel 2018 rispetto ai 4,4 milioni di oggi.


  • condividi l'articolo
Venerdì 31 Ottobre 2014 - Ultimo aggiornamento: 01-11-2014 16:55 | © RIPRODUZIONE RISERVATA