Roma, gli statali scendono in piazza: siamo 30mila. Camusso attacca Poletti

Roma, gli statali scendono in piazza: siamo 30mila. Camusso attacca Poletti
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Sabato 28 Novembre 2015, 15:16 - Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 11:03

«Siamo 30mila». I lavoratori del pubblico impiego scendono in piazza a Roma per chiedere certezze e un nuovo contratto. E i sindacati annunciano il successo della manifestazione e la partecipazione dei lavoratori. «Questo governo è malato di bonus», dice la Camusso, che sussulta alle affermazioni del ministro Poletti a un convegno di economisti sull'unità di misura dell'ora di lavoro definita «un attrezzo vecchio».

«L'idea» che emerge è quella di un «ministro che non conosce com'è fatto il lavoro» e «vuole apparire come Ufo robot, per risolvere tutti i problemi. Ma le condizioni non vanno che peggiorando», ha detto la leader Cgil. Sempre con riferimento a quanto detto ieri da Poletti in merito all'orario di lavoro, Camusso ha sottolineato: «È evidente che non conosce il rapporto che c'è tra la fatica e il tempo-lavoro. Vorrei vederlo a tradurre ciò che ha detto nella concretezza del lavoro quotidiano delle persone. Forse - ha evidenziato - un ministro del Lavoro dovrebbe sapere di cosa parla». Ecco perché secondo Camusso «dietro c'è un'idea precisa, che è quella di apparire come un Ufo robot per risolvere tutti i problemi».

«Il contratto non è solo aumento di retribuzione, anche se troviamo insultante la cifra che è stata messa in legge di stabilità» destinata ai rinnovi per il pubblico impiego, ha aggiunto la leader della Cgil.

Sul blocco del contratto del pubblico impiego c'è stata anche una sentenza della Corte costituzionale ma «il governo fa finta di non sentire e dopo sei anni offre 5 euro: non c'è dignità in una offerta di questo genere da parte di chi la pone. Si vergogni il governo», dice anche la leader della Cisl, Annamaria Furlan che come Camusso interviene anche sul "caso Poletti": «Il ministro non ha espresso opinioni condivisibili. Che significato hanno le battute? È un tema troppo serio» quello dei contratti, la sua «uscita è stata estemporanea». «Il governo se vuole dimostrare attenzione alla contrattazione ha qui una bella cartina di tornasole: rinnovi subito i contratti», ha aggiunto.


«Se non si fa il contratto subito, entro l'anno, la prossima manifestazione non sarà nè di sabato, nè di domenica», ha detto il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, parlando dal palco e alludendo allo sciopero pur senza citarlo. «Ci spiegano che la colpa della crisi in questo Paese è dei lavoratori, dei pensionati e del sindacato. La devono smettere», ha detto il segretario generale della Uil. Apprezzando lo slogan 'Pubblico6tù «perchè noi dobbiamo fare una grande alleanza», ha aggiunto: «Qui è un vilipendio continuo». Barbagallo ha quindi ricordato che, per il rinnovo dei contratti pubblici, «chiediamo 150 euro di aumento» e ha quindi ribadito la necessità che si aumentino gli stanziamenti in legge di stabilità: «Devono metterci i soldi», ha insistito. Ricordando poi le assemblee già convocate per il 17 dicembre sulle pensioni, con la proposta di Cgil, Cisl e Uil per la modifica della legge Fornero, anche su questo fronte «se non ci saranno risposte - ha concluso - con l'anno nuovo la Befana porterà il carbone a Palazzo Chigi».

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