La ripresa italiana non è un’illusione

di Marco Fortis
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Martedì 1 Settembre 2015, 23:19 - Ultimo aggiornamento: 23:57
Le rettifiche migliorative dell’Istat sul Pil italiano (+0,4% il primo trimestre 2015 e +0,3% il secondo) diffuse ieri, unitamente ai buoni dati sull'occupazione (+13 mila occupati a giugno anziché i - 22mila inizialmente comunicati, altri 44 mila occupati in più a luglio e +235 mila tra luglio ’14 e luglio ’15) gettano una luce completamente nuova sulla ripresa economica italiana e rappresentano per certi aspetti anche uno spartiacque nel dibattito sulla ripresa stessa. Di certo, portano nuova acqua al mulino del governo.



Governo che può ora legittimamente rivendicare con maggiori argomenti la bontà delle azioni intraprese per rilanciare la nostra economia, stremata dopo tre lunghi anni di recessione (da metà 2011 a metà 2014), che già seguivano alla crisi globale e dell’export innescata dallo scoppio della bolla americana dei mutui subprime (2008-2009). A questo punto sarà difficile per gli scettici e le opposizioni politiche negare che la ripresa italiana c’è ed è più robusta di quanto si pensasse soltanto fino a ieri: una ripresa che appare ora più in linea con ciò che dicevano gli indicatori qualitativi e di fiducia, spesso "in disaccordo" con i dati quantitativi "ufficiali" comunicati inizialmente, come il Pil, che fin qui apparivano un po' deludenti e quasi sembravano voler raffreddare di volta in volta gli entusiasmi precedentemente suscitati dai sondaggi relativi alle aspettative.



Alla fine, invece, sono stati proprio gli indicatori "ufficiali" ad essere rivisti in meglio, dando ragione alle sensazioni di pancia prevalenti tra gli operatori. Sicché la bilancia pende ora molto di più, pur con tutte le cautele del caso, dalla parte dell’ottimismo. Si esce finalmente dalla logica del "bicchiere mezzo pieno" per entrare in quella del "bicchiere quasi pieno". Anche perché vari altri indici (a cominciare dal turismo e dal grande successo dell'Expo) preannunciano un Pil positivo pure nel terzo trimestre. Senza dimenticare che un Giubileo ben gestito (e all’altezza di una Roma Capitale finalmente degna del suo nome) potrebbe dare una mano ulteriore anche alla parte conclusiva del quarto trimestre 2015 e all’inizio del 2016.



Con ciò favorendo il raggiungimento (e forse il superamento) degli obiettivi di crescita pianificati, nonché dei target fiscali e dei piani per una progressiva riduzione delle tasse. Inoltre, l'altro aspetto che sta a poco a poco emergendo dai dati è che la vera scossa alla ripresa italiana sta venendo soprattutto dalla domanda interna e non soltanto da quei "fattori esterni" (cambio dell'euro, Qe della Bce, ribassi del petrolio) che alcuni analisti presumevano essere gli unici elementi propulsivi della nostra economia.



Viceversa, l'accumularsi progressivo degli effetti degli 80 euro, della nuova Legge Sabatini, dei bonus edilizia e mobili, del Jobs Act e degli incentivi ad assumere ha innescato una molla virtuosa a cui anche i nuovi dati Istat rettificati rendono finalmente merito. Ma analizziamo in dettaglio le nuove statistiche. Innanzitutto quelle che riguardano il Pil, che l'Istat ha migliorato al rialzo di un decimale per ciascuno dei primi due trimestri dell'anno. La crescita congiunturale del primo trimestre 2015 (rispetto al trimestre precedente) è stata portata dallo 0,3% allo 0,4%, mentre quella del secondo trimestre è stata elevata dal precedente 0,2% annunciato lo scorso 14 agosto a un più tonico 0,3%.



Variazioni dovute ad un andamento migliore del previsto di alcuni settori, in particolare i servizi, come mostrano anche i dati Istat sul fatturato del terziario diffusi il 31 agosto (con una crescita nel secondo trimestre 2015 del 2,9% rispetto allo stesso periodo del 2014). Ai non esperti un miglioramento di un paio di decimali delle stime sulla crescita del Pil può forse apparire poco. Ma non è affatto così di questi tempi in cui la Francia si sta letteralmente piantando e la potente Germania sta crescendo né più né meno come l'Italia (siamo cresciuti noi di un decimale più di Berlino nel primo trimestre e di un decimale i tedeschi più di noi nel secondo). La crescita acquisita dall’Italia per il 2015 è finora +0,6%: vuol dire, come ha sottolineato il ministro dell’Economia Padoan, che in solo metà anno si è già centrato oltre l'85% dell'obiettivo di aumento annuale dello 0,7% del Pil. In aggiunta, era da circa dieci anni che il tasso congiunturale di aumento del Pil italiano non riusciva a mantenersi allineato per due trimestri consecutivi a quello medio dell’euro area e nei dieci anni precedenti c'era riuscito soltanto altre due volte. La crescita italiana dei primi due trimestri del 2015, +0,4% e +0,3%, è ora finalmente la stessa dell’area della moneta unica.



Un risultato quasi storico nell’ultimo ventennio, che ha spinto il premier Renzi ad affermare che "non siamo ancora la maglia rosa in Europa ma siamo finalmente tornati nel gruppo". Per quanto riguarda il mercato del lavoro, a luglio il tasso di disoccupazione è sceso al 12% e quello della disoccupazione giovanile al 40,5%. Rispetto a giugno gli occupati sono cresciuti di 44mila e sono aumentati rispetto a luglio 2014 di 235mila. Poiché i dati mensili sono in genere volatili, il dato forse più importante è però la media trimestrale "scorrevole" dell'occupazione, che a maggio-luglio 2015 è aumentata di ben 175 mila addetti rispetto allo stesso trimestre "scorrevole" del 2014. Inoltre, analizzando i dati dettagliati per settori e aree geografiche, aggiornati al 2 trimestre 2015, diffusi sempre ieri, si può rilevare che tra il 2 trimestre 2013 e il 2 trimestre 2014 la crescita occupazionale era stata trainata soprattutto dal Nord e dal Centro mentre il Mezzogiorno era ancora in calo.



Tra il 2 trimestre 2014 e il 2 trimestre 2015, invece, è stato soprattutto il Mezzogiorno a spingere la crescita complessiva dell’occupazione e a recuperare considerevolmente.
E, mentre all’inizio della ripresa erano state principalmente l'industria in senso stretto e l'agricoltura a recuperare occupati, tra il secondo trimestre 2014 e il secondo trimestre 2015 hanno ripreso a crescere vigorosamente anche gli addetti dei servizi e delle costruzioni. In due anni, tra il 2 trimestre 2013 e il 2 trimestre 2015 gli occupati totali in Italia sono aumentati complessivamente di 278mila unità e due terzi dell'incremento è avvenuto negli ultimi 12 mesi. In conclusione, la ripresa italiana sta finalmente prendendo corpo in tutti i settori e da Nord a Sud del Paese. Va ora consolidata pienamente proseguendo nella linea vincente delle riforme.