Pirelli diventa cinese per 8,5 miliardi: al colosso ChemChina il 65% del gruppo delle gomme

Pirelli diventa cinese per 8,5 miliardi: al colosso ChemChina il 65% del gruppo delle gomme
di Rosario Dimito
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Sabato 21 Marzo 2015, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 13:16
Via al riassetto della Pirelli con l'opa del colosso della Repubblica Popolare cinese China National Chemical Corporation (ChemChina) e dei suoi alleati italiani e russi. E' un piano-monstre da 8,5 miliardi, di cui 7,5 per l'offerta d'acquisto e uno per rifinanziare il debito della Bicocca che finirà sotto il controllo del gruppo orientale, con la diluizione di Rosneft, entrata nel capitale a luglio scorso. Ieri sera si sono riuniti i cda di Nuove Partecipazioni, Camfin, Unicredit per approvare il piano e gli accordi parasociali da sottoscrivere e annunciare nel week end. Sempre ieri in mattinata, su invito Consob, Camfin, finanziaria partecipata al 50% da Rosneft e al 50% da Coinv (76% Nuove Partecipazioni di Marco Tronchetti Provera e alleati storici, 12% a testa da Intesa e Unicredit), in due distinti comunicati, ha ammesso le trattative con un partner industriale internazionale che acquisirà il controllo e sarà affiancato dagli attuali soci.



La trattativa è finalizzata alla stabilità, autonomia e continuità nella crescita di Pirelli che manterrà il quartier generale in Italia: il passaggio del pacchetto, subordinato alle autorizzazioni delle autorità, avverrà al prezzo di 15 euro per azione, valore in linea con quello di chiusura di ieri (15,21 euro, in crescita del 2,2%). Camfin ha anche confermato che 15 euro sarà il prezzo dell'opa.



Nella complessa operazione che comporterà il delisting di Pirelli dopo 93 anni, lo sdoppiamento in due, salvo la possibile successiva quotazione (3-4 anni) della parte consumer (pneumatici per auto e moto), resta salda la figura di Tronchetti al comando fino al 2021, nonostante da subito il controllo passi ai cinesi. Questo quarto riassetto in sei anni è nato un mese fa, quando Tronchetti ha contattato i cinesi in quanto Rosneft, a causa delle sanzioni e della crisi di rublo e petrolio, ha rivisto le sue strategie.



LE TRE NEWCO

Il piano che Il Messaggero ha avuto modo di visionare sta subendo fino all'ultimo una serie di limature. «Entro il weekend si chiude. Ci sono ancora dei passi da fare», sono le uniche parole di Tronchetti, ieri sera, lasciando la sede Camfin. I primi passi, dopo l'arrivo delle autorizzazioni, dovrebbero essere mossi prima dell'estate, mentre l'opa dovrebbe arrivare sul mercato in autunno. Verrà creata una newco italiana di cui ChemChina, tramite la subholding che controlla Aeolus, avrebbe circa il 65% mentre il restante 35% sarà frazionato tra Nuove Partecipazioni, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Rosneft. Questo veicolo, che verrà capitalizzato con circa 3,05 miliardi (2 miliardi dai cinesi, 1,05 dagli altri), acquisirà da Camfin la partecipazione del 26% di Pirelli e farà l'opa. Tronchetti, Rosneft e banche incasseranno 1,4 miliardi. L'opa totalitaria punta al ritiro della Pirelli da Piazza Affari. C'è da sottolineare che l'ingresso di Rosneft un anno fa è avvenuto sulla base di un prezzo di 12 euro: ancora una volta, quindi, Tronchetti assicura ai suoi partner cospicue plusvalenze.



La newco beneficierà di un maxi-finanziamento di 5,5 miliardi, aggiunto ai 3 di equity, destinati all'opa e al rifinanziamento della Bicocca. Il committement sarebbe stato dato da JpMorgan, che sarà affiancata da Intesa e Unicredit, salvo poi sindacare il prestito con altri istituti. Saranno stipulati patti parasociali fra cinesi e gli altri soci: Nuove Partecipazioni dovrebbe avere il 15%, Rosneft il 13%, Unicredit e Intesa il 3,5% a testa. Nuove Partecipazioni e banche faranno confluire le loro quote in un unico veicolo che stringerà un patto con la newco dei russi. Post delisting, Pirelli scorporerà la parte consumer, molto più redditizia della parte truck, in una newco. La società industriale invece, darà vita a un'aggregazione con Aeolus per raddoppiare i volumi. E in funzione dello sviluppo di quest'ultima, Pirelli consumer potrebbe tornare in Borsa entro 3-4 anni. Uno dei punti ancora controversi, cui ha fatto riferimento Tronchetti, sarebbe l'attribuzione di una put alle banche nel caso in cui Pirelli consumer non rientri in Piazza Affari.