Fisco, più leggere le cartelle di Equitalia: tagliato l'aggio della riscossione per chi paga entro 60 giorni

Fisco, più leggere le cartelle di Equitalia: tagliato l'aggio della riscossione per chi paga entro 60 giorni
di Andrea Bassi
3 Minuti di Lettura
Venerdì 4 Settembre 2015, 06:32 - Ultimo aggiornamento: 14:47
L'aggio di Equitalia, la somma aggiuntiva che chi riceve una cartella esattoriale deve pagare alla società di riscossione, diminuisce ancora. Il governo ha deciso di premiare chi salda subito il suo debito con il Fisco. Se la cartella viene pagata entro sessanta giorni, il balzello incassato dalla società di riscossione sarà tra l'1% e il 3%. Una decisa sforbiciata, considerando che oggi si paga l'4,65% (l'8% dopo 60 giorni) È una delle novità del pacchetto di decreti fiscali che sarà esaminato oggi dal consiglio dei ministri. Nella prima versione del testo l'aggio era stato portato al 6%. Nel nuovo testo Palazzo Chigi e Tesoro hanno deciso per una gradazione. Chi paga entro sessanta giorni, come detto, dovrà aggiungere alla cartella solo il 3%. Nei casi di adempimento spontaneo, come le adesioni ad avvisi bonari, la cifra sarà anche più bassa, 1%. Per chi versa le somme dopo i sessanta giorni l'aggio sarà del 6%. Il testo prevede anche un periodo transitorio per evitare buchi di bilancio a Equitalia. Sulle cartelle emesse fino alla fine di quest'anno l'aggio rimarrà dell'8%. A queste somme andranno aggiunti i costi di notifica, che tuttavia potrebbero essere ridotti dalla decisione di permettere ad Equitalia di usare la posta elettronica certificata per consegnare le cartelle. Un'altra buona notizia per i contribuenti è legata alla possibilità di chiedere una nuova rateazione dei propri debiti con Equitalia anche per coloro che sono decaduti da un precedente piano di rimborso a rata nei due anni precedenti all'entrata in vigore del decreto. Un ritardo di sette giorni nel pagamento di una rata non comporterà la sospensione dal beneficio. E, infine, i contribuenti avranno sessanta giorni di tempo per chiedere la sospensione dei pagamenti.



LE ALTRE NOVITÀ

Quello sulla riscossione è solo uno dei testi di riforma del sistema fiscale che sarà esaminato oggi, in via definitiva, dal Consiglio dei ministri. Ci sono altri due provvedimenti che, come la riforma di Equitalia, sono già stati approvati e hanno superato l'esame parlamentare ma che devono tornare a Palazzo Chigi per il varo definitivo. Si tratta del decreto legislativo sul monitoraggio dell'evasione fiscale, e di quello della riforma delle Agenzie Fiscali. Nel primo è emersa una importante, anche se annunciata, novità. Le cosiddette «tax expenditures», gli sconti fiscali che erodono la base imponibile, dovranno essere verificati ogni cinque anni. Quelli non più attuali saranno cancellati. La novità è importante anche perché il governo dalla revisione delle spese fiscali conta di recuperare risorse per la manovra finanziaria da 30 miliardi che sta preparando. In questo quadro le principali detrazioni, come quella sul lavoro dipendente, sulle pensioni, sui mutui, sulle spese sanitarie, saranno confermate. Nel mirino, almeno per il momento, potrebbero finire le agevolazioni per l'autotrasporto e quelle riconosciute all'agricoltura. Dai tagli agli sgravi il governo punta a recuperare almeno 1,2-1,5 miliardi di euro. Il terzo testo, quello sulla riforma delle Agenzie fiscali, riscrive ancora una volta la soluzione per tamponare l'emergenza creata dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimi 800 dirigenti. Le posizioni dirigenziali vengono tagliate del 10%. Contemporaneamente, tuttavia, vengono create delle «Posizioni organizzative speciali» pari al numero dei posti da dirigenti tagliati. Ad occupare queste posizioni potranno essere funzionari di terza area che potranno concorrere a procedure selettive trasparenti. A chi otterrà il posto spetterà un'indennità pari al 50% di quella dei dirigenti aumentabile di un altro 20% in base ai risultati conseguiti. Viene invece cancellata la previsione di un concorso per coprire i posti da dirigente. Ma il motivo è che, con un emendamento, l'avvio delle procedure concorsuali era già stato inserito in un altro provvedimento, il decreto sugli enti locali. Niente da fare invece per altri due decreti che facevano parte della delega fiscale, quello sui giochi e la riforma del Catasto, entrambi finiti nel cestino.