Inps, pensioni generose per i telefonici

Inps, pensioni generose per i telefonici
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Sabato 18 Aprile 2015, 06:23 - Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 10:48
Stavolta tocca ai telefonici: l'operazione “Porte aperte” dell'Inps si occupa questa settimana di un altro fondo speciale, arrivando a conclusioni simili a quelle dei precedenti: i contributi versati da questi pensionati non giustificano, nella stragrande maggioranza dei casi, il trattamento percepito.



In altre parole, se fossero ricalcolati con il metodo contributivo risulterebbero inferiori ai livelli attuali.

È un altro tassello della strategia inaugurata dal presidente dell'istituto Boeri: promuovendo la massima trasparenza, intende anche porre il tema dello squilibrio tra gli importi delle pensioni in essere e quello dei contributi a suo tempo versati. E in qualche modo preparare il terreno ad un dibattito su eventuali contributi di solidarietà che potrebbero almeno in parte compensare questo squilibrio. Per la verità, per l'ex fondo telefonici (a partire dal 2000 è stato soppresso e fatto confluire nell'Inps) con la legge Fornero è stato già introdotto un contributo in vigore tra 2012 e 2017. Politicamente si tratta di una materia quanto mai scottante. Non è un caso che appena due giorni fa il governo abbia in qualche modo differenziato la propria posizione da quella dell'Inps, precisando con il ministro Poletti che le elaborazioni dell'istituto sono interessanti, ma le scelte competono alla politica e che comunque non sono previsti interventi generalizzati sui trattamenti pensionistici vigenti.



DISAVANZO DI 1 MILIARDO

Nello specifico dei telefonici, il cui fondo dovrebbe avere nel 2015 un disavanzo di oltre un miliardo, le principali anomalie sono due: l'assenza di massimali e un'aliquota di rendimento (quella che determina l'entità della pensione in relazione agli anni di versamento) pari al 2,5 per cento su tutta la retribuzione pensionabile, mentre il Fondo lavoratori dipendenti dell'Inps prevede un'aliquota di rendimento del 2 per cento, che poi decresce progressivamente sulla fasce più alte della retribuzione pensionabile. Queste particolarità sono state gradualmente corrette a partire dal 1993, ma condizionano comunque l'importo dei trattamenti calcolati sulle annualità precedenti. Il risultato dell'esercizio di ricalcolo con il metodo contributivo è abbastanza eloquente.



CONCETTO PIÙ CHIARO

L'Inps spiega che il 55 per cento dei trattamenti in essere risulta più elevato del 20-30 per cento rispetto al contributivo, mentre un altro 30 per cento di prestazioni è tra un terzo e due terzi più alto che col contributivo. E solo una pensione su cento del Fondo telefonici risulterebbe più generosa con il ricalcolo contributivo. Chiaramente le deviazioni sono più forti per chi è andato in pensione prima. Per rendere ancora più chiaro il concetto, l'istituto fornisce un esempio: un dirigente, andato in pensione a 61 anni nel 2013, titolare di una pensione lorda mensile a gennaio 2015 di 6.500 euro, percepisce una prestazione di 1.900 euro più alta di quella che avrebbe ottenuto con il ricalcolo contributivo.

L. Ci.