Fisco, arriva il «730» precompilato ma senza spese per la sanità

Fisco, arriva il «730» precompilato ma senza spese per la sanità
di Michele Di Branco
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Sabato 20 Settembre 2014, 08:37 - Ultimo aggiornamento: 28 Novembre, 12:47
La dichiarazione dei redditi precompilata fa un ulteriore passo in avanti in vista dell'esordio fissato per il 2015. Ieri il Cdm ha dato il secondo ok al decreto legislativo che fissa i criteri della riforma ed ora l'incartamento passa nelle mani delle commissioni parlamentari esperte in materia.



A queste spetta il compito di dare il via libera definitivo al governo: tempo un mese e quella che Palazzo Chigi già definisce "una rivoluzione nella gestione del rapporto tra amministrazione finanziaria e cittadino" sarà scolpita nella pietra.



In effetti la novità, annuncia dal premier Matteo Renzi la scorsa primavera, non sarà davvero di poco conto. Nel Paese in cui di regola tocca ai cittadini inseguire il fisco per capire quanto, dove, come e quando pagare le tasse, l'introduzione di un sistema che inverte il meccanismo promette di essere una notevole semplificazione.



COSA CAMBIA

Attualmente, infatti, tocca al contribuente l'indicazione dei dati per la compilazione del modello dichiarativo e l'amministrazione finanziaria è chiamata poi ad effettuare le verifiche e a comunicarne gli esiti. Con l'arrivo della stagione della dichiarazione precompilata, invece, sarà il fisco a raccogliere ed elaborare i dati. E al contribuente resterà solo l'obbligo di verificare l'esattezza e la completezza dei dati in possesso dell'amministrazione finanziaria.



Come funzionerà la dichiarazione precompilata? Nelle case di 30 milioni di italiani potenzialmente interessati tra dipendenti e pensionati arriverà un modello con una parte interamente redatta dal fisco e un’altra lasciata in bianco. Nella prima troveranno posto i dati già in possesso del fisco, a partire da quelli anagrafici e reddituali contenuti nel Cud. A questi si aggiungeranno le detrazioni per familiari a carico, per lavoro dipendente e per pensione. Tra gli oneri deducibili, la dichiarazione conterrà anche i contributi pagati dal contribuente per i collaboratori domestici. Per le detrazioni, invece, tra i dati già inseriti compariranno gli interessi passivi per i mutui prima casa, le polizzvita, i bonus ristrutturazioni e quelli per la riqualificazione energetica degli edifici.



Tutte le altre detrazioni “ad andamento variabile” nel corso dell'anno (ad esempio le detrazioni per spese mediche) sarà il contribuente a doverle indicare nello spazio lasciato in bianco. Ma solo in questa prima fase perché nel 2016 la riforma farà un ulteriore passo in avanti. O almeno così promette il governo che ieri ha precisato che, a partire dalla dichiarazione dei redditi da presentare nel 2016, «l'implementazione delle informazioni acquisite dall'agenzia delle Entrate con i dati del sistema tessera Sanitaria consentirà di inserire nella dichiarazione i dati relativi alle spese mediche, di assistenza specifica e delle spese sanitarie che danno diritto a deduzioni dal reddito o detrazioni d'imposta».



LE SCADENZE

Perché tutto fili liscio evitando intoppi, la normativa in rampa di lancio prevede che i sostituti d'imposta dovranno trasmettere all'Agenzia delle entrate, entro il 7 marzo (la dichiarazione on line dovrà invece essere inviata per il 7 luglio), i dati relativi alla certificazione unica. In caso di omessa, tardiva o errata trasmissione dei dati è prevista l'applicazione di una sanzione di 100 euro.



La riforma è costruita in modo tale da alleggerire le responsabilità dei contribuenti. Se la dichiarazione è presentata a un Caf o a un professionista abilitato chiamato a certificare la dichiarazione con un visto di conformità - si legge infatti nel comunicato finale del Cdm - i controlli documentali saranno effettuati, mediante richiesta, al soggetto che ha apposto il visto di conformità», «senza più rivolgersi al cittadino».



LE SANZIONI

Il quale sarà chiamato in causa solo se dalle verifiche si scoprirà che ha fornito dati sbagliati con il dolo. In pratica, se si è mentito al fisco sapendo di mentire. In quel caso il Caf o il professionista, entro il 10 novembre dell'anno in cui la violazione è stata commessa, trasmetterà una dichiarazione rettificativa del contribuente, gli intermediari saranno chiamati al pagamento della sola sanzione, ferma restando la richiesta di pagamento a carico del contribuente per l'imposta e gli interessi. In questi casi, la sanzione a carico del Caf o del professionista sarà ridotta ad un ottavo se il versamento verrà effettuato entro e no oltre la stessa data del 10 novembre.