«Puntare contro l'euro è senza senso. Fatelo se volete». Mario Draghi, con la nuova emergenza greca in corso e i timori di un'uscita di Atene dall'area euro, si sente di sottoscrivere «parola per parola» le sue dichiarazioni del 2012, quando disse che l'euro era irreversibile.
Lo scenario da allora è cambiato: l'area euro - afferma Draghi - sta sperimentando una ripresa che si rafforza e «siamo meglio equipaggiati che nel 2012 e nel 2010», potendo usare se necessario gli strumenti della Bce in un'eventuale crisi. Ma - avverte Draghi - la ripresa in atto non va compromessa: servono progressi sulla sostenibilità di bilancio e riforme strutturali altrimenti i rischi macroeconomici, che sono calati, potrebbero tornare a salire.
Sostenendo che sia prematuro speculare su un addio della Grecia all'area euro, Draghi - la cui conferenza stampa si è svolta con misure di sicurezza rafforzate, con controlli alle borse e il divieto di liquidi - esorta Atene ad agire. «C'è molto lavoro da fare, è urgente.
A chi gli chiede cinque minuti del suo tempo dice: «Cinque minuti di questi tempi sono un tesoro per ripagare parte del debito della Grecia». Fiducioso e ottimista, Varoufakis sembra voler spazzare via le voci di fondi da Russia o Cina per superare la crisi: «la Grecia è un tema europeo e deve essere risolto, come ogni crisi di famiglia, nella famiglia europea».