Contratti, più spazio a intese in azienda
salario minimo e accordi liberi

Contratti, più spazio a intese in azienda salario minimo e accordi liberi
di Michele Di Branco
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Domenica 29 Novembre 2015, 10:22 - Ultimo aggiornamento: 1 Dicembre, 11:41

Non si placa la polemica a distanza tra il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e i sindacati, innescata due giorni fa dall'esponente di governo che aveva definito «un attrezzo vecchio» l'orario di lavoro per stabilire i livello dei salari. Il ministro ieri ha precisato meglio il suo pensiero («ho solo detto che non considero l'orario l'unico metro attraverso il quale misurare la relazione tra una persona e l'opera», le sue parole) senza però riuscire ad abbassare la pressione.

Anche perchè il governo è intenzionato ad andare dritto per la sua strada, ovvero ad intervenire sull'attuale forma di contrattazione tra le imprese private se le parti sociali non troveranno un accordo in tempi rapidi. In che modo? Fissando un salario minimo e poi lasciando libertà di manovra alle singole aziende.

Ma torniamo alle polemiche tra il ministro e i sindacati. «L'idea che emerge è quella di un ministro che non conosce com'è fatto il lavoro e vuole apparire come Ufo robot, per risolvere tutti i problemi», ha attaccato il leader della Cgil Susanna Camusso seguita a ruota dai colleghi di Cisl («una uscita estemporanea» ha tagliato corto il segretario Annamaria Furlan) e Uil: «Se dobbiamo discutere seriamente - ha detto il suo segretario Carmelo Barbagallo - noi siamo pronti, ma se pensano di fare un neo liberismo selvaggio, hanno sbagliato tempo e modo».

LE NUOVE REGOLE
Sullo sfondo di questa battaglia c'è il problema della riforma dei contratti di lavoro, in fase di stallo dopo la frattura di inizio autunno con Confindustria. Quella che si apre domani è una settimana importante: mercoledì prossimo 2 dicembre è infatti in programma un tavolo di confronto tra i sindacati che puntano a trovare una sintesi per una proposta unitaria su un nuovo sistema di relazioni industriali da sottoporre ai vertici di Viale dell'Astronomia.
L'obiettivo è quello di recuperare potere d'acquisto incrementando i salari, ma è necessario stabilire a quale parametro legare gli aumenti (l'inflazione media europea è l'idea della Cisl, il Pil quello della Uil). Tre i pilastri su cui, secondo i sindacati guidati da Camusso, Furlan e Barbagallo, deve fondarsi un moderno sistema di relazioni industriali: l'estensione della contrattazione; la partecipazione dei lavoratori ai processi produttivi aziendali e il consolidamento delle regole della rappresentanza sindacale all'interno delle fabbriche.

I PUNTI CHIAVE
Su queste basi, l'accordo con la Confindustria appare difficile. L'organizzazione guidata da Giorgio Squinzi punta a rafforzare i contratti di lavoro aziendali depotenziando quelli collettivi nazionali, per accrescere la flessibilità dei salari e legarli maggiormente alla produttività. La rottura delle scorse settimane è avvenuta proprio perché Confindustria proponeva di approvare con regole nuove i contratti di lavoro in scadenza nei prossimi mesi mentre i sindacati volevano invertire l'agenda: prima il rinnovo dei contratti in scadenza e poi ci si confronta sulle nuove regole contrattuali. Arbitro della partita il governo. «Abbiamo sempre detto che preferiamo che le parti sociali si confrontino e arrivino a una intesa» ha ribadito ieri Poletti.

POSIZIONI DISTANTI
Ma il ministro ha anche avvertito che «se passa troppo tempo rifletteremo su che cosa fare». Parole non inedite in quanto in più di una circostanza il governo ha prefigurato l'ipotesi di un intervento diretto. Ma, eventualmente, come si muoverebbe Palazzo Chigi? Come detto, fonti vicine al dossier-contratti riferiscono che l'ipotesi più probabile sarebbe quella di un disegno di legge che indicherebbe un salario minimo rafforzando, in seconda battuta, la cosiddetta contrattazione di secondo livello, e cioè gli accordi di lavoro che vengono stipulati nelle singole aziende. Ma non solo: «La Ducati - ha esemplificato il ministro Poletti - ha fatto un contratto di lavoro con un integrativo pieno di elementi di innovazione. Questi elementi - ha aggiunto il ministro - sono stati decisi insieme dal sindacato e da un'impresa meccanica che, invece di avere una linea di montaggio storica, ha le isole e ogni lavoratore ha un kit con dentro tutti i pezzi che servono a fare una parte del suo lavoro. Ed è di questo che venerdì ho voluto parlare, cioè della volontà e della capacità di guardare avanti».

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