Lo stallo greco affonda le Borse europee, tonfo di Piazza Affari: perso il 3 per cento

Lo stallo greco affonda le Borse europee, tonfo di Piazza Affari: perso il 3 per cento
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Martedì 7 Luglio 2015, 20:02 - Ultimo aggiornamento: 20:35
La Banca Centrale Europea mette le mani avanti sull'Ela, lanciando un avvertimento ad Atene che non si presta a malintesi.



«L'obiettivo della liquidità di emergenza (Ela) è sostenere banche solvibili che si trovano ad affrontare problemi di liquidità temporanea», afferma la Bce in un rapporto sulla sua gestione dei rischi finanziari, spiegando che «l'Ela affronta problemi di liquidità nel breve termine e non ha lo scopo di fornire un sostegno alla solvibilità» delle banche. «Non è uno strumento di politica monetaria», sottolinea l'istituto centrale che menziona anche la preoccupazione per rischi di «azzardo morale» nel giorno in cui sono ripartite a fatica le trattative tra Grecia e creditori internazionali.



All'Eurogruppo di oggi è emerso con evidenza quanto il negoziato poggi su fragili presupposti e sui mercati il nervosismo si è fatto sentire con le Borse europee finite di nuovo in rosso. Dopo un avvio positivo che lasciava prefigurare un tentativo di rimbalzo, gli indici hanno virato al ribasso una volta chiarito che Atene si era presentata all'incontro senza nuove proposte su cui provare almeno a imbastire una nuova trattativa.



A soffrire di più è stata Piazza Affari che ha chiuso sfiorando un ribasso del 3% (-2,97%). Pesanti anche Parigi (-2,2%), Francoforte (-1,96%) e Londra (-1,5%). Va giù anche l'euro scivolato ai minimi da cinque settimane fino a 1,0916 dollari, mentre lo spread tra Btp e Bund resta stabile sui 162 punti base. È in questo clima che si inquadra il monito della Bce ad Atene: nel rapporto, si precisa che la liquidità di emergenza garantita dall'Ela non deve creare «una evidente preoccupazione per una possibile violazione del divieto di finanziamento monetario», non deve nemmeno «aumentare i rischi» di un «azzardo morale» con una sua erogazione a condizioni «troppo generose». C'è insomma il timore che un 'trattamento di favorè concesso alla Grecia oggi possa spianare la strada in futuro a comportamenti meno responsabili da parte di altri Paesi in difficoltà e che potrebbero quindi reclamare le stesse condizioni.



Per la Bce, l'Ela potrebbe anche costituire «un aiuto di Stato se non è pienamente garantita da collaterale, a cui vengono applicati appropriati sconti (haircut) in base alla sua qualità e al valore di mercato» e ad essa sono associati anche «rischi legali».



Così, dopo la netta vittoria del «no» al referendum greco, Francoforte ha bloccato la linea di credito dell'Ela - fornita alle banche greche attraverso la Banca di Grecia - a 89 miliardi di euro respingendo la richiesta di aumento avanzata da Atene e ha anche innalzato il collaterale, cioè le garanzie che gli istituti di credito ellenici devono portare all'Eurotower per ricevere denaro in prestito.



La Bce sarà tuttavia costretta a chiudere il rubinetto dell'Ela se il 20 luglio la Grecia non rimborserà 3,5 miliardi di euro di titoli in scadenza. «Sarebbe una bancarotta, un default - ha detto il membro austriaco del consiglio esecutivo, Ewald Nowotny - in questa situazione non sarebbe più possibile per la Bce offrire ulteriore liquidità».
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